venerdì 30 settembre 2022

Recensione: La casa delle donne



 La casa delle donne

 di Attia Hosain

 Editore: Garzanti
 Prezzo: € 18
 Pagine: 336
 Titolo originale: Sunlight on a Broken Column
 

 India, 1933. Il fumo dell’incenso disegna spirali in aria. La quiete della biblioteca rinfranca lo spirito di Laila, intenta a sfogliare una preziosa edizione di Alexandre Dumas appena arrivata dalla Francia. In famiglia tutti la considerano eccentrica, perché preferisce il fruscio delle pagine alla compagnia chiassosa delle zie. L’unico che la capisce è il nonno, grande amante della letteratura occidentale. A Laila, però, quel ruolo non dispiace, perché le permette di vivere incredibili avventure insieme alle sue eroine di carta. Non sa ancora che la sfida più grande è all’orizzonte. Mentre le sue cugine sono spose felici e madri, lei non riesce ad accontentarsi di una simile prospettiva, ma desidera continuare a imparare. Grazie all’appoggio dello zio, si iscrive all’università, studia e ascolta gli animati dibattiti dei suoi compagni, che si interrogano sul futuro. E le basta un bacio per innamorarsi di Ameer, un uomo dolce e intelligente, che però appartiene a una casta inferiore. Per la sua famiglia il loro amore è inaccettabile. Ma a Laila non è mai importato dell’opinione altrui. Vuole decidere del proprio destino, perché questo le hanno insegnato i libri. Ed è pronta a mettere a repentaglio tutto, compresi i suoi privilegi, per essere libera.




Una saga familiare tutta indiana, un vortice di personaggi, tradizioni, profumi e descrizioni ineccepibili. Una tradizione nazionale e familiare in cui alle bambine viene insegnato del matrimonio già da piccole e praticano la purdah per la quale sono sempre coperte per non essere viste dagli uomini. La nostra protagonista però ha la passione della lettura, della cultura e vuole studiare. Durante i preparativi per il funerale dell'amato nonno Baba Jan, lei e le cugine Zahra e Zainab si confrontano sulle proprie vite. Laila, la protagonista, sembra essere l'unica a non capire perché la donna sia così sottomessa all'uomo, al perché anche dopo sposati le coppie dormivano separatamente e sgattaiolavano nella notte per incontrarsi. Per sua fortuna lo zio, uomo legato in qualche modo alla politica, acconsente a farla studiare convinto che i mariti della nuova generazione, cerchino donne acculturate da poter far conoscere ai colleghi. Nella seconda parte del romanzo infatti inizia la sua vita da collegiale e le sue amicizie. Un gruppetto di cinque amiche, di discendenze e culture diverse che il più delle volte divergono in battibecchi divertenti. Le descrizioni delle scene di vita sono perfette, vediamo colori,odori e spezie come li vede e sente la scrittrice, ci sembra di essere lì mentre Hakiman Bua massaggia i piedi a Majida, viviamo sulla pelle l'importanza di ogni rito, inchino o tradizione seguita. 
Quella ragazzina piena di ideali però non aveva ancora provato quello sbandamento che si prova da innamorati, e purtroppo si innamora di un ragazzo educato ma povero, amico dei suoi cugini. Come potrà fare con la famiglia che non lo accetterà mai? Nel frattempo di sottofondo ai discorsi delle donne e del matrimonio, c'è uno scontro politico forte, la nascita della lega musulmana e il perdurante scontro fra indù e musulmani prima e gli indù e il colonizzatore inglese dopo. Nella mente di Laila ormai offuscata completamente dall'amore tutte le lotte per l'indipendenza e la divisione col Pakistan passano in secondo piano. 
 Ci ho messo un momento a farmi prendere dal romanzo dato che all'inizio ci sono molti personaggi e non capivo bene la funzione di ognuno e il proprio legame con la protagonista. Una volta preso il ritmo però, il romanzo è interessante, estremamente descrittivo sia nell'ambientazione che nella stratificazione dei personaggi. Non solo vita familiare ma tante conversazioni, e sfuriate su ideali e patriottismo, lealtà, tradizione e modernità. 
Un romanzo consigliato a chi piacciono le saghe familiari, molto diverse da quelle italiane, ma anche qui con un matriarcato importante e una figura della donna distante dalla nostra realtà. 
Un tocco di politica e idealismo condisce il tutto senza renderlo noioso ma anzi regalando al romanzo un ché di informativo. La scrittrice ormai defunta ha raccontato questa storia semi autobiografica, della sua sfera domestica parlando contemporaneamente della figura della donna nel mondo e della situazione politica durante la partizione col Pakistan.
Da leggere!

Durata totale della lettura: Sei giorni
Bevanda consigliata: Tisana alla prugna
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 15 anni


" In quel momento di rivelazione, accanto al corpo morto di zia Abida, avevo compreso che la felicità possiede una propria forza intrinseca, da cui trae protezione; il dolore andava condiviso"

Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

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