mercoledì 27 marzo 2024

Recensione: Tradire il Grande Fratello, Il risveglio femminista in Cina



 Tradire il Grande Fratello,
 Il risveglio femminista in Cina

 di Leta Hong Fincher

 Editore: Add Editore
 Prezzo: €19
 Pagine: 280

 Titolo originale: Betraying Big Brother:
                            The Feminist Awakening in China

 Traduzione a cura di: Margherita Emo e Piernicola d’Ortona
 
 Ai primi del Novecento, l’antesignana del femminismo cinese Qiu Jin raccontò la storia di una principessa che, tramutatasi in un uccello di nome Jingwei, aveva tentato la disperata impresa di riempire il mare di pietre. «Jingwei riempie il mare» è da allora un’espressione proverbiale di tenacia e resistenza. Le protagoniste di questo libro – in particolare le Cinque femministe arrestate alla vigilia dell’8 marzo 2015 – vivono in un mondo diverso; anziché il mare, affrontano le maglie della censura online e della sicurezza di Stato, la repressione sistematica dei diritti e la presenza di un regime autoritario e patriarcale. Nella Cina dell’onnipotente Xi Jinping, una rete di donne mette in crisi i valori tradizionali e la retorica natalista, la discriminazione dilagante, l’indifferenza verso violenze e molestie. ​Il racconto di Leta Hong Fincher ci trascina in un mondo al limite della clandestinità, tra attiviste, avvocate, lavoratrici che si battono quotidianamente per la causa femminista. Un mondo dove le emoji (mi) e (tu), pronunciate come #MeToo, diventano simbolo di lotta e l’unico modo per eludere i controllori della rete e parlare di diritti delle donne. 




La scrittrice di "Leftover women" torna per darci un introduzione sul femminismo cinese e la sua evoluzione in anni recenti. 
Dopo la forte spinta all'eguaglianza dei generi durante la Rivoluzione Culturale a favorire la produzione, una volta finito il periodo di guerra, il valore delle donne è stato costantemente schiacciato. La campagna tesa a riportare i valori tradizionali non è segreta ma proprio nazionale, donne il cui nome non compare nei contratti di acquisto, con salari che sono il 60% di quelli degli uomini, mancanza totale di leggi che le proteggano; per intenderci, il primo ordine restrittivo legato a maltrattamenti arriva nel 2013 con Li Maizi e il suo vestito da sposa macchiato di sangue. 
Il movimento #metoo è riuscito a toccare anche un paese così autoritario e dittatoriale, in cui donne che lottavano contro le violenze sessuali e le molestie hanno creato il ritrovo studentesco più ampio dopo il 1989, le femministe più famose, perché conosciute anche a livello internazionale sono definite le «Cinque sorelle femministe» (nüquan wu jiemei (Li Maizi, Wu Rongrong, Zheng Churan, Wei Tingting e Wang Man;) Una delle piu prolifiche a livello di attivita spotanee e rumorose è Zheng Churan chiamata Datu (grande coniglio) Parte da cause che possono sembrare piccole, come il diritto a più bagni per le donne, occupandone uno a Guangzhou aumentando poi sia con azioni più politiche più visibili, ad esempio le rasature di capelli in pubblico per lottare contro la discriminazione delle donne nelle ammissioni all'università e volantini contro le violenze sui mezzi di trasporto. 
Il controllo ideologico è schiacciante in Cina, sia nella vita di ogni giorni che sui giornali e su internet. La censura e la costrizione delle idee "giuste" vanno a braccetto e si presentano di notte sotto forma di poliziotti che arrestano e torturano le femministe per informazioni. Lo stesso #metoo viene modificato in #mitu letteralmente riso-coniglio per evitare ulteriori blocchi. 
 L'accusa (e la scusa) per arrestarle è sempre per aver «attaccato briga e causato disordini» generica. La prima legge contro la violenza domestica è del 2015/16 ma viene utilizzata poco e lo stupro non è nemmeno citato. 
Le donne che non hanno accesso a internet o hanno conoscenze dirette, non conoscono nemmeno il significato della parola "femminismo" ed essendo cresciute in famiglie in cui gli uomini non rispettavano le donne, sono convinte che quella sia la normalità comprese le violenze esterne, «A causa della cultura cinese dell’obbedienza, non si fanno domande. Si esegue e si obbedisce».
 Durante tutta la storia cinese che la scrittrice ci presenta passo passo, gli sbalzi di atteggiamento da parte del governo nei confronti dei diritti delle donne, evidenzia come anche i passi di apertura all'uguaglianza fossero solo retorici e a scopo pubblicitario. Il numero di abusi e molestie registrate è davvero raccapricciante, e allo stesso modo lo è la campagna di arresti e repressioni verso le donne che cercano di lottare contro i soprusi. Con il governo di Xi Jinping il controllo ideologico si rafforza ancor di più e di nuovo l'attenzione e l'importanza delle donne è relegata al loro ruoli di madri e mogli, al loro dover essere suddite del proprio marito soprattutto dopo 30 anni di politica del figlio unico e una natalità in costante declino. 
"Non reagite quando vi picchiano. Non rispondete quando vi sgridano. 
E qualunque cosa accada, non divorziate" 
 Un libro bellissimo, uno specchio su una situqzione di cui conosciamo pochissimo dato che il controlo ideoligico del paese nln concede fuoriuscite di informazioni. Stori di resilienza di donne fantastiche che vivono situazioni assurde, farò qualche ricerca per scoprire cosa è successo dopo perche il libro è stato originariamente stampato nel 2018. 
Un libro informativo e anche molto doloroso perché tratta di donne che vivono una repressione acuta e che sono rimaste nel Paese anche quando era più facile scappare, proprio per continuare la lotta per i diritti. 

Assolutamente consigliato a tutt*. 

Durata totale della lettura: 6 giorni
Bevanda consigliata: Succo d'arancia
Formato consigliato: Cartaceo
Website dell'autrice: Leta Hong Fincher
Consigliato a chi ha apprezzato: Morgana di Michela Murgia, Chiara Tagliaferri





"Dio mio, tutti i problemi che ritenevo causati da difetti del mio carattere in realtà erano il risultato di una disuguaglianza di genere sistemica: è stata una rivelazione enorme!» 


Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

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