domenica 30 luglio 2017

Intervista: Marta Morotti


Le due metà del mondo
di Marta Morotti

Editore: Harper Collins
Prezzo Ebook: € 4,99
Prezzo cartaceo: € 14,90
Pagine: 165

Maria ha diciannove anni, vive a Torino e ha appena finito gli esami di maturità. Vorrebbe fare la psicologa ma è destinata invece, alla fine dell'estate, ad entrare in fabbrica, come suo padre. Maria si è costruita un mondo tutto suo, curato in ogni minimo particolare, un mondo che le garantisce un'apparente sicurezza, che di fatto non possiede. Una parte della sua vita è come chiusa in una scatola e ciò che le serve veramente è una chiave che le permetta di aprire quella scatola e di far uscire ciò che la sua mente e il suo cuore rifiutano di accettare. Arriva un momento infatti, in cui, costretta a lasciare l'ambiente protetto in cui è cresciuta, comincia a sentirsi attratta da un'esistenza fatta di cose normali, concrete, che le offre la possibilità di sciogliere le catene alle quali ormai è abituata da troppo tempo. Ma come lasciarsi andare a una nuova vita e smettere di combattere? L'ombra di un fratello ingombrante e di un padre assente continuano a trattenerla in una prigione in apparenza dorata, fino a quando, inaspettatamente Maria dovrà fare i conti con sentimenti nuovi che cambieranno la sua vita per sempre.





Ciao Marta, prima di tutto grazie mille per questa intervista, ho visto già che hai avuto modo di chiacchierare con tante altre blogger e sono felice abbia trovato il tempo per qualche chiacchiera in più con noi. 


- Il tuo e' un romanzo diverso dal solito ma nonostante tutto anche davvero attuale e moderno, un romanzo nel quale molti riescono a riconoscersi con facilità, quindi sono davvero curiosa di capire cosa ti ha spinto a scrivere questo libro, c'è stato un qualcosa di particolare che ti è accaduto che ha dato il via a tutto? 

Era da molto tempo che riflettevo sul concetto di diverso e sul rapporto che si va a instaurare tra una madre e un figlio che nasce con delle “diversità”, appunto. Avevo già scritto diversi racconti che ho presentato ad alcuni concorsi. Poi, ho cominciato a sentire la voglia di approfondire l’argomento attraverso un romanzo. E così mi sono seduta alla scrivania e ho iniziato a lavorarci. Però ho voluto cambiare prospettiva e ho scelto quella della sorella maggiore. Era più funzionale al tipo di storia che avevo deciso di raccontare. 


- Nel tuo libro è ben dettagliata la figura di Maria, una ragazzina di 19 anni, con i suoi pensieri, i suoi dubbi, le sue paure che magari possono essere quelli di molti ragazzi della sua stessa età, sembrano descritti dal punto più profondo della sua anima, come è stato per te dover scrivere e descrivere la mente e il cuore di una ragazzina così giovane? 

In realtà quando ho scritto il libro non ero tanto più vecchia di lei. Avevo ventisei anni quando ho messo l’ultimo punto, perciò alcune sensazioni, alcuni ricordi erano ancora perfettamente vivi in me. A dire il vero, certe insicurezze, certe paure, non mi hanno ancora abbandonata del tutto. Perciò non è stato poi così difficile raccontare attraverso la voce di Maria. Ho solo cercato di immaginarmi cosa volesse dire essere lei. Che cosa avrei provato io al suo posto. Ho fatto un esercizio di immedesimazione, un po’ come fossi un’attrice, e ho scritto. 


- Nel libro hai dato voce, in due momenti diversi, sia a Maria che alla sua mamma Lucia, narrandoci di due personalità diverse e due modi di vivere la realtà diversi. Quale è stata per te la voce più difficile da descrivere o che a tipo di difficoltà hai fatto fronte? 

Con entrambe le mie protagoniste ho dovuto fare, come dicevo prima, un lavoro di immedesimazione. E in entrambi i casi ho riscontrato delle difficoltà. Con Maria, ho cercato di farmi carico del suo disagio, del suo senso di inadeguatezza, del suo dolore. Io e lei siamo completamente diverse, apparteniamo a due universi lontanissimi, quindi ho dovuto fare uno sforzo emotivo bello grosso per comprenderla, per viverla. Per quanto riguarda Lucia… Io non sono una madre, per esempio. Quindi ho cercato di ragionare come una madre, soprattutto come una madre ferita, annientata. Ho cercato di sentirmi come una donna di quell’età, di carpirne l’essenza. È per questo che amo la scrittura, perché posso essere qualcosa di diverso da me, perché posso vivere tante vite.


- La tua storia, i tuoi personaggi, le emozioni che hai trasmesso con la tua scrittura facevano tutto parte di un piano già chiaro nella tua mente quando hai iniziato a scrivere il libro oppure si sono evoluti man mano che la stesura avanzava arricchendosi di volta in volta di particolari diversi da quelli originari? 

In realtà è stato un romanzo in evoluzione. Avevo chiari alcuni passaggi, alcuni particolari, ma si può dire che sia una storia che si è sviluppata in divenire. Non mi piace costruirmi schemi predefiniti. Mi influenza troppo. 


- Dalla tua biografia ho capito che anche tu sei un'amante dei libri. Come ci si sente ad essere dall'altro lato e vedere come la propria opera viene letta e ovviamente criticata dagli altri? Chi è stato il tuo lettore numero uno magari anche prima della pubblicazione vera e propria?

Ci si sente benissimo! Soprattutto per una come me, che ha questo sogno da sempre. Vedere il mio libro tra gli scaffali delle librerie è una soddisfazione immensa, ma la vera aspirazione è quella di migliorarmi, di crescere sempre di più professionalmente e per poterlo fare c’è un’unica via: leggere, leggere tantissimo. 
Per quanto riguarda il lettore numero uno… mia madre. Capitolo per capitolo legge tutto ciò che scrivo e giudica. Perché è quello che le chiedo di fare. 


- Infine la domanda di rito e una piccola nostra abitudine. Quali sono i progetti ai quali stai lavorando e se c'è in programma un nuovo libro puoi darci qualche indizio? Noi Tiffany's Girls siamo abituate a consigliare un tipo di bevanda per ogni lettura, se tu dovessi sceglierne una per il tuo libro quale ci consiglieresti? 


C’è in ballo un nuovo libro, che è circa a metà della sua stesura. Posso dire che è molto, ma molto diverso da questo. È più amaro, più disturbante. 
A Le due metà del mondo accompagnerei una buona tisana di fiori ed erbe di montagna. Di Madonna di Campiglio se vogliamo essere precisi. Semplicemente perché è il posto che amo di più al mondo e quando vado compro sempre quella tisana che su di me ha un potere benefico e rilassante.  



Grazie davvero per il tuo tempo e la tua disponibilità e non vediamo l'ora di continuare a leggerti in futuro. 

A presto


Trovate la recensione del suo libro QUI.


"Un libro che stupisce e che rimane dentro al cuore."


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