giovedì 28 novembre 2019

Recensione: Un litro di lacrime

Un litro di lacrime
di Kito Aya


Editore: Rizzoli
Prezzo Cartaceo: € 16
Pagine: 192
Titolo originale:1 Litre no Namida


Nel vasto mondo asiatico, il diario di Kito¯ Aya ha conosciuto un successo inarrestabile: pubblicato sul finire degli anni Ottanta in Giappone, ha venduto oltre un milione di copie. Una platea affollata per il racconto in prima persona di una ragazzina quindicenne che ha ispirato e incantato un intero continente. Aya racconta dieci anni della propria vita, racconta l’adolescenza e l’inizio dell’età adulta, una vita come tante, ma senza prospettiva, un’esistenza minata dalla malattia, ecco la differenza. Ed è racchiusa qui la potenza di queste pagine: nella ribellione, nell’ironia, nella fragilità che si trasforma in forza, che fanno di Aya un simbolo, una figura di culto. Perché, al di là della sua particolare condizione, è riuscita a gridare con voce limpida cosa vuol dire diventare grandi, e a contare quante lacrime servono per affrontare le sconfitte. Inedito per trent’anni in Europa, il diario di Aya arriva oggi a noi con la stessa, rara forza di allora.



Kito è una bambina come tutte le altre, con dei genitori dolci, fratellini e sorelline, noi la conosciamo nel suo 14esimo compleanno. A Kito piace fare delle liste, delle cose che le piacciono o meno, dei buoni propositi, delle esperienze che vuole avere. Le piace giocare, correre, essere spensierata e libera. Qualcosa nel suo corpo inizia però ad andare storto. 
Le gambe iniziano a bloccarsi, le mani si intorpidiscono e non si muovono correttamente, alcune vocali diventano impronunciabili. I dottori iniziano a visitarla ma non sembrano capaci di trovare una soluzione al problema. Nel frattempo I disguidi della malattia peggiorano, alcune attività diventano impossibili e le cadute all'ordine del giorno.
Il romanzo è il diario giornaliero di Kito, una ragazzina estremamente intelligente che pian piano si ritrova a perdere ogni diritto e controllo sul proprio corpo per una malattia che i medici non riescono a riconoscere. 
Allo sesso tempo la ragazzina e spaventata, terrorizzata di continuare a peggiorare, si sente perennemente in colpa perché non può vivere senza essere aiutata costantemente da qualcuno, si sente un peso. Ogni caduta, ogni sgomento sono continue lacrime che scendono dai suoi occhi. 
La madre e i suoi dottori la spronano e cercano di spingerla a lavorare su sè stessa, ma la malattia continua a peggiorare cosí tanto che Kito deve lasciare la scuola e iniziare la scuola per disabili dove può almeno accedere a più sostegno, questo però la manda ancora di più in crisi. La tenerezza che sprigiona da ogni pagina del suo diario ci fa morire dentro un po' alla volta. Kito è intelligente e sensibile e questo destino crudele davvero non se lo meritava.
Nel finale leggiamo anche I pensieri della mamma e della dottoressa e finalmente veniamo a conoscenza della malattia della ragazza. Ma questo lo lascio alla vostra lettura.

Un libro assolutamente consigliato, commovente e delicato, di una dolcezza infinita che ci fa anche riflettere sul trattamento riservato alle persone malate.

 

Durata totale della lettura: Tre giorni
Bevanda consigliata: Tisana al mandarino
Formato consigliato: Ebook
Età di lettura consigliata: dai 14 anni 





"L’umiliazione di non poter fare cose semplici di cui tutti sono capaci mi fa sentire una miserabile."




Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

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