lunedì 11 gennaio 2021

Recensione: Il mito del deficit

 


Il mito del deficit
di Stephanie Kelton

Editore:  Fazi Editore
Prezzo cartaceo: 20,00 €
Prezzo ebook: 11,99 €
Pagine: 458


Dopo anni di supremazia incontrastata, la teoria economica dominante è oggi seriamente minacciata da una nuova e controversa scuola di pensiero che sta rapidamente conquistando il mondo intero, rivoluzionando il nostro modo di concepire l’economia. Si tratta della cosiddetta “teoria monetaria moderna” o MMT (Modern Monetary Theory). La MMT ci invita a ripensare completamente il funzionamento della finanza pubblica: il bilancio dello Stato non è come quello di una famiglia; gli Stati che dispongono della sovranità monetaria, infatti, sono degli emittenti di valuta – possono, cioè, creare “dal nulla” tutto il denaro che vogliono – e dunque non possono mai “finire i soldi”, né possono essere costretti a fare default sui loro titoli di debito; i deficit pubblici non danneggiano le future generazioni né pregiudicano la crescita a lungo termine; e soprattutto, le politiche sociali non compromettono la sostenibilità fiscale dello Stato. La MMT, in altre parole, ribalta completamente la narrazione che ci è stata ossessivamente propinata in questi anni per giustificare politiche di austerità dai devastanti effetti economici e sociali. E per questo fa così paura ai guardiani dell’ortodossia. Stephanie Kelton – economista statunitense di fama mondiale, consulente economico di Joe Biden e Bernie Sanders, ed ex economista capo presso la minoranza democratica della Commissione bilancio del Senato statunitense – è probabilmente la divulgatrice più nota della MMT. In questo libro Kelton offre un’introduzione semplice e accessibile ai concetti chiave della MMT, mostrandoci come possiamo utilizzarli per costruire una società più giusta e più prospera, passando da una narrazione di scarsità a una di opportunità. Il mito del deficit rappresenta anche un fondamentale contributo al dibattito europeo, permettendoci di comprendere appieno i problemi derivanti dall’aver rinunciato alla sovranità monetaria attraverso l’adesione alla moneta unica europea.





Qualche tempo fa mi sono imbattuta in uno strano acronimo: MMT. Stavo leggendo un articolo in inglese dedicato ad economia, moneta e finanza - temi che la mia mente ha la tendenza a non voler masticare più di tanto dopo aver sofferto per la preparazione di esami universitari su questo tema. Però mi scocciava non sapere cosa fosse questo acronimo, e grazie a Google scoprii che stava per Modern Monetary Theory, ovvero Teoria della Moneta Moderna. Si tratta di una (nuova) teoria economica - che affonda però le sue radici nei testi più classici della teoria economica - che sta raccogliendo sempre più attenzione dall'altra parte dell'Atlantico.
Una delle sue principali esponenti è Stephanie Kelton: professoressa di economia alla Stony Brook University, pare che sia stata consigliera dell'ex candidato alle primarie democratiche Bernie Sanders (e che abbia poi aiutato anche Joe Biden a preparare la parte del suo programma elettorale dedicata all'economia) ed è stata economista capo presso la minoranza democratica della Commissione bilancio del Senato statunitense. Ora, Stephanie Kelton ha scritto un libro per spiegare - anche a coloro che non masticano Economia e Finanza tutti i giorni  -quelle che sono le sue teorie, ed è nato così "Il mito del Deficit". Si tratta di un saggio che nel giro di poche settimane è finito tra i bestseller del New York Times, e che è stato o promosso a pieni voti oppure distrutto nelle recensioni. Recensioni scritte da altri economisti, mi preme sottolineare, che nel loro giudizio si sono principalmente concentrati sul loro concordare o meno con la teoria economica espressa dalla Kelton.
The New Yorker un po' di tempo fa, ha raccontato che la Kelton era stata introdotta ad una conferenza con la frase "le teorie della Kelton potrebbero risolvere i problemi del mondo oppure mandarlo in rovina", e credo che questo sia davvero un buon riassunto di quella che può essere la reazione ai contenuti di questo saggio, capace di polarizzare davvero i sentimenti dei lettori. Io stessa ho provato dei forti sentimenti nei confronti di quello che la Kelton ha scritto, ma non credo sia questo il luogo per poter esprimere ciò che penso di questa teoria - anche perché ci sono tante persone più qualificate di me che lo possono fare.
Credo comunque che siano due i punti da tenere a mente quando si legge questo libro. 
Primo: con una attenzione sempre crescente alla MMT dall'altra parte dell'Oceano, sapere cosa sia questa teoria economica credo sia fondamentale per avere delle lenti per capire le prossime scelte di un Paese a cui tutti noi guardiamo con attenzione, soprattutto quando si tratta di temi economici. 
Secondo, la semplicità del linguaggio e delle spiegazioni fornite fanno sì che i contenuti siano facilmente masticabili e digeribili anche da chi - come la sottoscritta - soffre di orticaria economica (ovvero aborre fin dei tempi dell'università qualunque discorso che tiri in ballo economia politica, politiche economiche e tutti i loro parenti). Ve lo giuro, se il mio libro di economia politica all'università fosse stato chiaro anche solo la metà di questo, io avrei preso 30 e lode all'esame studiando in meno di un quarto del tempo. Che siate d'accordo o meno con quanto detto in questo libro, ciò che mi auguro è che il dibattito che questo saggio ha creato possa continuare mantenendo un linguaggio alla portata di tutti - perché l'economia è qualcosa che ha effetto su tutte le persone, e sarebbe bello poterlo comprendere il più possibile. 

Durata totale della lettura: Dodici giorni
Bevanda consigliata:  Chai Latte
Formato consigliato: Ebook
Età di lettura consigliata: dai 18 anni
Sito dell'autore: Stephanie Kelton 



"siamo diventati tutti quanti ossessionati dalla domanda "Dove troviamo i soldi?""

                                             Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

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