mercoledì 24 novembre 2021

Recensione: Dossier Afghanistan



 Dossier Afghanistan

 di Craig Whitlock

 Editore: Newton Compton Editori
 Prezzo: € 12
 Pagine: 352
 Titolo originale: The Afghanistan papers: A Secret History of the War

 Un racconto esatto e serrato su come tre presidenti degli Stati Uniti e i loro capi militari abbiano ingannato il mondo per venti lunghi anni per giustificare un conflitto infinito costato oltre 2300 miliardi di dollari e 241.000 morti. Proprio come I Pentagon Papers hanno cambiato la comprensione del pubblico del Vietnam, gli Afghanistan Papers riportati nel libro contengono rivelazioni sorprendenti di persone che hanno avuto un ruolo diretto nella guerra, dai leader della Casa Bianca e del Pentagono ai soldati e agli operatori umanitari in prima linea. Con un linguaggio schietto, gli intervistati ammettono che le strategie del governo sono state un disastro, che il progetto di ricostruzione della nazione è stato un colossale fallimento e che la corruzione ha preso il sopravvento sul governo afghano. Il resoconto si basa su interviste con più di 1000 persone che sapevano che il governo degli Stati Uniti stava presentando una versione distorta, e talvolta interamente inventata dei fatti. Craig Whitlock, reporter del «Washington Post» e tre volte finalista al Premio Pulitzer, mostra che il presidente Bush non conosceva il nome del suo comandante in Afghanistan e non aveva alcun interesse a incontrarlo. Il segretario alla Difesa Donald Rumsfeld ha ammesso di non avere «nessuna idea su chi fossero i cattivi». Il suo successore, Robert Gates, ha dichiarato, ancora più esplicitamente: «Non sapevamo nulla di al-Qaeda».




Dopo gli ultimi avvenimenti sconvolgenti in Afghanistan ero interessata a conoscere meglio la storia di questo conflitto internazionale. Leggere questo libro mi ha lasciata senza parole.
Il giornalista raccoglie le informazioni che il suo giornale ha recuperato dopo anni di lotta con il governo americano che non intendeva venissero letti dal pubblico. Non sono solo persone al governo ma anche soldati e chi stava in prima linea a parlare.

Il giornalista parla molto chiaramente, senza mai puntare il dito sul colpevole degli errori ma facendoci capire il succo del discorso comunque, il resoconto sono vent'anni di disorganizzazione, bugie e mancanza di strategia. Perl'ennesima volta l'America si infila in un paese e in una questione che non la riguarda e basandosi sull'idea di essere superiori cerca di gestire la situazione, non riuscendo a portare la pace ma anzi creando una distanza sociale economica e di valori spaventosa.
Un presidente dopo l'altro ha cercato di coprire i propri errori e di quelli dei precedente e non avendo alla base una strategia forte e tantomeno una conoscenza della cultura dal basso, non sono riusciti a eliminare il prblema dei talebani o almeno a inglobarli nella società.

Il romanzo si ferma agli avvenimenti appena accaduti mentre mi sarebbe piaciuto saperne di piú su cosa ci si aspetta che possa succedere, quali sono i possibili risvolti. Un testo comunque estremamente interessante e completo, per cui non serve una forte conoscenza della storia Afghana o tantomeno talebana per capirne le implicazioni e per rimanere comunque sbalorditi dell'assoluto disinteresse per la vita umana dei potenti.

Assolutamente consigliato.

Durata totale della lettura: Da consultazione
Bevanda consigliata: Espresso
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 18 anni
"Verso un’alimentazione naturale, sostenibile, energetica e consapevole."


    Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

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