mercoledì 28 dicembre 2016

Recensione: Un insetto nel piatto


Un insetto nel piatto
di Giulia Tacchini, Giulia Maffei


Editore: RED Il castello editore
Prezzo Cartaceo: € 12,50 
Pagine: 96



“… gli insetti sono un concentrato di proteine e di grassi insaturi che teme pochi concorrenti. Cento grammi di grilli, infatti, hanno quasi le stesse proteine di una fettina di vitello; sono gustosi se cucinati e conditi bene e inoltre sono una risorsa di cui c’è enorme disponibilità e che, in proporzione, pesa pochissimo sull’ecosistema”. Ricercatori, chef, imprenditori e organizzazioni internazionali si sono da qualche tempo soffermati a riflettere sullo spreco. Tra i pionieri delle proposte particolari, c’è chi propone di riportare in tavola pietanze antiche, erbe selvatiche, cibi esotici e dimenticati. A quest’appello rispondono oggi anche gli insetti. Economici ed ecosostenibili, gli insetti sono per alcuni un’importante fonte di proteine, per altri le nuove frontiere del gusto. Per questo gli scienziati li considerano il cibo del futuro. Bruchi, formiche, cavallette ecc. ora iniziano a diffondersi, spesso solo come curiosità, anche nei supermercati europei. E spuntano ristoranti, blog di ricette, allevamenti. Obiettivo di questo libro è discutere di quest’argomento così curioso. Le autrici si mettono nei panni di uno storico, un antropologo, un nutrizionista, un allevatore, un critico culinario, un cuoco, un comunicatore, per approfondire ciò che ognuno di questi personaggi potrebbe dire degli insetti commestibili. A queste sette figure, e alle molteplici competenze richieste per comprendere l’entomofagia, è dedicato il libro. Chiudono il volume alcune ricette per cucinare al meglio la locusta, il grillo, le camole ecc.



Tra tutto ciò che la terra ci offre di commestibile, abbiamo storicamente selezionato un numero piccolissimo di prodotti. Inizia così questo libro dal contenuto davvero curioso, all’interno del quale è compiuto uno studio dettagliato sul consumo degli insetti nella nostra alimentazione quotidiana (anche il consumo inconsapevole, ci terrei a rilevare). Alcuni punti, mi hanno particolarmente colpito, ad esempio, lo sapevate che: volenti o nolenti, ogni anno mangiamo inconsapevolmente almeno 500 grammi d’insetti. Ne ingeriamo alcuni senza accorgercene mangiando frutta e verdura fresca, altri sbadigliando o appisolandoci a bocca aperta, altri ancora in alimenti colorati con rossa cocciniglia oppure mescolati in farine, pelati o alimenti confezionati. Per legge, infatti, è consentita una percentuale minima di residuo d’insetti in varie preparazioni. Al filth test, cioè all’esame che rileva i contaminanti estranei agli alimenti, gli standard di prodotto prevedono e tollerano per legge frammenti d’insetti. Ogni 100 g di ketchup sono accettabili fino a 30 uova, 2 larve nel mais in scatola, 2 vermi nei mirtilli, 50 frammenti nel burro di arachidi, mentre è ammesso che siano infestati il 5% dei semi di sesamo e il 10% dei grani di caffè. Impressionante vero? Dal punto di vista dello storico (prima parte del libro), si evidenzia altresì, un’informazione molto importante: oltre a non essere così lontani dalle nostre usanze alimentari, gli insetti, così com’è accaduto per moltissimi altri alimenti, da qualche anno hanno cominciato a essere rivalutati dal mercato alimentare occidentale. Questo perché oggi il cibo è sempre meno mero nutrimento e sempre più consapevolezza, cultura, tradizione. Stiamo scoprendo e riscoprendo un’ampia varietà di alimenti e di questi alimenti vogliamo conoscere le proprietà, la provenienza, la storia. Siamo attenti al loro impatto sull’ambiente e sulla nostra salute, alla loro sostenibilità. Gli insetti non fanno eccezione. Una riflessione, che merita di essere presa in seria considerazione, a mio modesto giudizio. Un libro, che è prima di tutto, una ricerca dettagliata, che passa dalla visione storica del consumo degli insetti, fino a giungere al punto di vista dell’allevatore. Mi ha colpito altresì lo schema in cui si evidenzia dettagliatamente come creare un allevamento d’insetti in casa. Se alla fine di questa lettura, sarete ancora particolarmente titubanti e scettici, sappiate che non manca nemmeno in allegato un dettagliato ricettario, che vi consentirà di scoprire e gustare questi “succulenti animaletti”. Si parte dai biscotti alla farina di grillo, si passa attraverso le locuste al cioccolato per giungere alla fine ai ravioli ripieni di camole. Corredato al ricettario, troverete la descrizione dell’insetto, spiegato nelle sue diverse caratteristiche: sapore, valori nutrizionali e utilizzo in cucina. Molto ben curata anche la parte finale, quella cioè riservata al comunicatore, il quale evidenzierà il vero obiettivo di questo libro (che si presenta quasi sottoforma di ricerca); vale a dire: si parla oggi di cibo del futuro ma in realtà, come abbiamo visto, si tratta di un ritorno a origini dimenticate. Questo non sta succedendo solo per gli insetti ma anche per numerosi alimenti lontani dalla nostra cultura.


Durata totale della lettura: Tre giorni
Bevanda consigliata: Melissa
Formato consigliato: Ebook
Età di lettura consigliata: dai 14 anni
Sito dell'autore: Giulia Maffei







  "  Piccola guida al cibo del  futuro"



                            

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