lunedì 8 febbraio 2021

Recensione: Tutto il bene che si può

 



Tutto il bene che si può
di Rye Curtis

Editrice: Bompiani
Prezzo cartaceo : € 18,00
Prezzo Ebook: € 9,99
Pagine: 320
Genere: Narrativa moderna

Cloris Waldrip ha settantadue anni, è devota alla sua chiesa e ama profondamente suo marito, il Signor Waldrip. I due sono in volo per una vacanza lontano dal loro Texas quando un guasto fa precipitare il piccolo aereo da turismo su cui viaggiano, e Cloris è l’unica sopravvissuta: circondata dalla natura ostile dei Monti Bitterroot e armata solo di ingenuità e di un feroce desiderio di sopravvivere, inizia il lento cammino verso casa. Poco dopo l’incidente cominciano le ricerche dei superstiti: a guidarle è la ranger Debra Lewis, reduce da un divorzio doloroso e con una grande passione per il Merlot scadente che porta nel thermos al posto del caffè. Mentre Cloris vaga per valli e montagne, vegliata e aiutata dal più improbabile e segreto angelo custode, la ranger Lewis si lancia nella missione di salvataggio come ne andasse della sua vita e segue le tracce dell’anziana donna – perché le tracce ci sono – insieme a un variegato gruppo di collaboratori: un altro ranger che passa le notti a dare la caccia a un fantasma, un cineoperatore dal cuore spezzato e un volontario dei soccorsi dalle bizzarre abitudini. I giorni diventano settimane; Cloris è sempre più debole, affamata, torturata dal freddo, Debra sempre più ostinata, anche quando rimane l’unica a credere che qualcuno sia sopravvissuto al disastro. E nel folto della foresta sembra che abbia trovato rifugio un serial killer. Qualcosa deve succedere. Drammatico e umoristico, ricco di sfumature, svolte e sorprese, Tutto il bene che si può è il romanzo della sorprendente capacità di adattamento di persone normali in circostanze straordinarie. Con il loro piccolo eroismo Cloris e Debra, due personaggi memorabili, ci ricordano che sopravvivere non basta: per restare umani ci vogliono compassione e dignità.




Cloris viaggiava su un aereo turistico insieme al marito e al pilota. Nella foresta del Montana attorniata dalla natura incolta si ritrova unica superstite dopo che l'aereo è precipitato. Cloris ha coraggio e forza, non si arrende anche se ha freddo, paura ed è ferita e riesce ad uscire dalla foresta e a salvarsi. Non è uno spoiler, è lei stessa che narra la sua storia 15 anni dopo l'accaduto dalla casa di riposo in cui si trova. Dimenticavo di dire che Cloris al momento dell'incidente ha 72 anni. Dall'altra parte c'è Debra una ranger che è sulle sue tracce e che vuole a tutti i costi trovare Cloris. Due donne, due punti di vista differenti, due storie che viaggiano su due binari paralleli. Anche la narrazione prende due strade diverse a seconda di chi sta raccontando quel momento. Lo stile di Rye Curtis ha la capacità di far dubitare che sia un unico scrittore quello che si cela dietro questo romanzo: è capace di parlare come una donna devota alla chiesa e come una ranger che beve vino come se fosse caffè. La punteggiatura è quasi totalmente assente e per chi come me apprezza una certa linearità non è facile entrare in sintonia con la narrazione. La storia però si fa amare proprio per questa sua imperfezione, quello che potrebbe essere visto come un difetto è la grande forza dell'autore che è riuscito a rendere unica l'esperienza della lettura. 

Durata totale della lettura: tre giorni
Bevanda consigliata: tè alla menta
Formato consigliato: cartaceo
Età di lettura consigliata: da 16 anni


"Due donne che non si arrendono di fronte a niente."
  Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio 

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