lunedì 14 giugno 2021

Recensione: I bambini del bosco

 



I bambini del bosco
 di Romina Casagrande

 Editore: Garzanti
 Prezzo Cartaceo: €17,60
 Pagine: 352

 Il sentiero ripido e impervio si snoda tra rocce e crepacci fino alla Cima delle Anime. Unisce due terre di confine, e a tracciarlo sono stati i passi di chi notte dopo notte lo percorre cercando un varco sui crinali. Da sempre protegge il cammino delle contrabbandiere che di nascosto lo solcano quando le primule e gli anemoni richiudono le loro corolle alla luna. Donne per le quali una scelta così difficile è l’unica possibilità di indipendenza. Anche se è pericolosa. Molto pericolosa. Quando Luce scopre la loro esistenza, i suoi desideri prendono finalmente corpo. Suo padre e suo fratello le hanno insegnato che quelle montagne non sono adatte a una ragazza. Che il suo compito è aspettare a casa il loro ritorno. Ma ora è pronta a sfidare quel divieto. A darle forza è Thomas, un ragazzo senza un passato né un luogo a cui tornare, che ha imparato sulla propria pelle che la natura può elargire doni inaspettati, crudele quanto accogliente. Luce sente che con lui esiste un legame speciale, profondo come le radici di un albero. Quello che però non può sapere è che Thomas custodisce un segreto che proietta un’ombra cupa sulla sua vita. Un segreto che appartiene al passato ma che anni dopo, su quello stesso misterioso sentiero, intreccerà la vicenda di Luce e Thomas con quella di un bambino scomparso e di un uomo pronto a tutto per ritrovarlo. In una ricerca nella quale ogni passo, ogni pendio superato è un viaggio dentro sé stessi alla scoperta delle proprie origini e della propria identità.
Romina Casagrande torna a fare luce su una pagina della nostra storia rimasta nell’ombra. E lo fa dando voce a donne di cui si è perduto persino il nome e alle loro conquiste. Il suo racconto prende per mano il lettore e lo immerge nella magia delle montagne, che sono maestre di vita generose ma esigenti, che possono dare molto ma molto chiedono in cambio.
Un romanzo che ci parla di libertà, di coraggio, di riscatto.



Non so se avete letto I bambini di Svevia, ma se non l'avete fatto siate pronti per essere rapiti dal questo romanzo (e poi leggete anche l'altro!)

La scrittura di Romina Casagrande mi conquista di nuovo, le sue descrizioni di paesaggi sono sempre magnifiche, mi fanno sentire come se fossi nella foresta ad annusare gli stessi odori dei protagonisti. La natura parla tanto quanto i protagonisti e a volte molto di piú.

Anche in questo romanzo si parla di una storia vera, ci troviamo nelle montagne tra Italia e Austria in cui un bambino sparisce da una famiglia difficile e Thomas esperto della montagna decide di andare da solo a cercarlo. Cosa lo lega così tanto a questa montagna? Come fa a conoscerla così bene in ogni suo odore e movimento? Nel frattempo incontriamo Orecchia di Lepre, che moltissimi anni prima si ritrova solo nella stessa foresta con solo un mezzo lupo come compagnia. La sua vita si andrà a incrociare con quella di una fattoria sperduta nella foresta, in cui vivono e in qualche modo si nascondono Pa e i figli Klaus e Luce. Si nascondono perché sono contrabbandieri e vivono portando il tabacco e non solo oltre la frontiera in una continua lotta sia con i finanzieri di entrambi i paesi sia con la montagna che non perdona nessun errore, nessun piede messo nel punto sbagliato.

La storia è dolorosa ma scalda il cuore allo stesso tempo, i racconti delle contrabbandiere, delle donne coraggiose che alle volte venivano sfruttate per il trasporto della dinamite senza nemmeno ne fossero consapevoli. Il coraggio che ci vuole ad affrancarsi dal proprio passato e a diventare davvero se stessi.

Una scrittura così elaborata e matura che sembra quasi poesia alle volte. Le sensazioni che riesce a provocare nel lettore sono incomparabili. 


Come sempre un romanzo importante con una natura protagonista che rappresenta la fuga per qualcuno e la prigione per altri. Un romanzo che consiglio tantissimo.

Durata totale della lettura: 5 giorni
Bevanda consigliata: Tisana al tiglio
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: Dai 15 anni 


"La memoria non risiedeva nel pensiero. 
Era lì, impressa in ogni musco-lo del corpo,
 in gesti ripetuti che tormentavano la carne come rilievi di una scrittura braille. 
Per leggerli, bisognava chiudere gli occhi."


Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

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