domenica 23 ottobre 2016

Reading a movie: Trafficanti. Una storia vera

Buonasera cari lettori,
eccomi qui ad inaugurare una nuova serie di post dedicati all'incontro tra due mondi stupendi: 
quello dei libri e quello del cinema. 
Per cominciare, abbiamo scelto un saggio pubblicato di recente in Italia dal quale il regista Todd Philips ha tratto una commedia che è un piccolo gioiello.

Siete pronti?

Trafficanti. Una storia vera
di Guy Lawson



Editore: Piemme 
Prezzo E-Book: € 9,99
Prezzo cartaceo: € 18,50
Pagine: 288
Titolo originale: Arms and the Dudes
Genere: Saggistica

Sangue freddo, diplomazia, dimestichezza con apparati militari, industrie belliche e faccende di politica internazionale. Agganci in ogni settore, dall'Esercito al Congresso alle tribù di qualunque avamposto del globo, fino alla malavita di ogni colore. Non ci si improvvisa trafficanti di armi, soprattutto se il tuo cliente è il dipartimento della Difesa degli Stati Uniti d'America. La guerra è una cosa seria. Ignari di tutto questo e senza la minima idea degli interessi che stanno per calpestare, due ragazzi poco più che ventenni di Miami, esperti soprattutto di alcol, donne e sostanze di vario genere, si aggiudicano un appalto bandito dal governo di trecento milioni di dollari per fornire munizioni all'esercito afgano. Ma invece di cercare pezzi di qualità, i due si procurano a prezzo stracciato munizioni provenienti dai paesi dell'ex blocco comunista e altri scadenti equipaggiamenti cinesi. Dopo un veloce cambio di packaging, il tutto viene spedito a Kabul. Finché il Pentagono non li scopre e lo scandalo finisce sulla prima pagina del "New York Times". Qui finisce la parte ufficiale della storia. Ma la verità è molto più esplosiva, e va dalle caverne albanesi al fronte iracheno e afgano passando attraverso i corridoi del potere di Washington. Un'indagine ad alto rischio che si addentra in ambiti molto pericolosi e svela come funziona veramente il traffico internazionale di armi. Questa è la storia che non avreste mai dovuto leggere.





Efraim Diveroli e David Packouz. So che questi due nomi non vi dicono un granché, eppure tra qualche decennio i nostri nipoti si troveranno a studiare sui loro libri di Storia le conseguenze delle azioni di questi due illustri sconosciuti. Perché questi due sono i nomi dietro alla AEY, società che è riuscita a vincere l’appalto per la fornitura delle armi al Pentagono per l’Afghanistan, dopo aver battuto dei colossi dell’industria bellica. Ma questa non è la storia di un altro Davide contro Golia - ma la ricostruzione di una vicenda che ha dell'incredibile.
Forse ve lo eravate perso, ma negli USA qualche anno fa c’era stato uno scandalo piuttosto importante, perché a quanto pareva fin troppi appalti per la fornitura d’armi all’esercito USA erano stati concessi ad “amici” del vicepresidente Cheney. Per cercare di evitare che simili situazioni si potessero ripetere, era stata approvata una norma per permettere anche alle piccole e medie imprese di partecipare alle gare di appalto per la fornitura di armamenti bellici.
Il risultato? Due ragazzi poco più che ventenni, con zero conoscenza dei delicati equilibri internazionali, si sono improvvisati trafficanti d’armi e hanno vinto uno degli appalti più importanti nel campo degli approvvigionamenti militari della storia recente - quello per la fornitura di armi in Afghanistan.
Il libro è molto dettagliato – alcuni passaggi sembrano delle mini lezioni su come partecipare ad un appalto per la fornitura d’armi al Pentagono – ma, dato che il tema non è esattamente tra i più conosciuti al mondo, la cosa è ampiamente giustificabile: se avessero dato per scontato cos’è il FedBizOps (ovvero il sito su cui vengono pubblicati gli appalti federali), ad esempio, avrei alzato bandiera bianca al secondo capitolo. Ma tutte queste spiegazioni – essenziali per chi non bazzica gli uffici acquisti di qualche multinazionale degli armamenti – sono date dall’autore con estrema chiarezza e in modo da non appesantire la lettura e che – anzi – aiuta il lettore a comprendere meglio il quadro della situazione. Un saggio interessante e godibile, che svela i retroscena di alcune delle notizie che abbiamo letto sui giornali alla fine degli anni Duemila.


Durata totale della lettura: Cinque giorni
Bevanda consigliata:  The nero 
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 14 anni
Sito dell'autore: Guy Lawson

 




"Amico, ho trovato un appalto che sembra fatto apposta per noi." 








Trafficanti
di Todd Philips

con 
Jonah Hill - Miles Teller - Bradley Cooper




Da questo saggio, Todd Phillips – il regista di "Una Notte da Leoni", per capirci – ha tratto un film particolarmente interessante. La trama riprende gli avvenimenti ricostruiti da Guy Lawson nel suo libro, con qualche “licenza poetica” che però riesce nell’intento di far capire bene allo spettatore che razza di Armata Brancaleone sia la AEY. Il risultato è un film godibilissimo, che riesce a strappare un sorriso allo spettatore in più di un’occasione. 
La scelta degli attori mi è parsa particolarmente azzeccata: il Diveroli di Jonah Hill (“Il lupo di Wall Street”, “21 Jump Street”) è un personaggio sopra le righe, che rende particolarmente bene quelli che sono gli eccessi del Diveroli raccontato nel saggio. David Packouz (Miles Teller – lo abbiamo visto nella saga di Divergent nei panni di Peter), invece, sembra quasi un bravo ragazzo (ho detto “quasi” non a caso, dato che pure lui si presenta al colloquio con i funzionari responsabili dell’assegnazione dell’appalto afgano strafatti). Bradley Cooper, poi, fa una breve apparizione nei panni di Henry Girard, trafficante d’armi svizzero sulla lista nera dello zio Sam (lui è bravissimo come sempre, ça va sans dire).
Nel complesso, il film è una commedia godibilissima (mi sono fatta delle ghignate notevoli quando l’ho visto), ma che lascia l’amaro in bocca se si pensa che una parte consistente di quello che viene raccontato è successo realmente, e che due ventenni con zero conoscenza del delicato mondo delle relazioni diplomatiche americane si sia accaparrato un appalto così cruciale per le sorti di un intero Paese. In ogni caso, un film che sto consigliando a destra e a manca, perché molto ben fatto e capace di portare all’attenzione del pubblico un tema decisamente reale e poco conosciuto, ma senza la pretesa di voler essere un’opera che si rivolge ad un pubblico selezionato. Un raro esempio di come sia possibile fare un film che riesce a far sorridere e riflettere allo stesso tempo.


Titolo originale: War dogs
Genere: commedia
Durata: 114 minuti
Snack consigliato: patatine alla paprika









                                            

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