lunedì 27 marzo 2017

Recensione: La vittoria che nessuno sa


La vittoria che nessuno sa

di Vittoria Schisano con 
Angela Iantosca


Editore:Sperling & Kupfer
Prezzo Cartaceo: € 17,90 
Pagine: 180



Giuseppe ama la sua famiglia e la sua terra, la Campania, ma ha due buone ragioni per abbandonarle: la passione per il teatro e un segreto che non può confessare neanche a se stesso. Così si trasferisce a Roma, dove inizia a studiare recitazione e ad ascoltare il suo corpo e la sua anima. Giuseppe ora crede di essere omosessuale, eppure non è quella la risposta alla sua inquietudine. Un lungo e tormentato percorso lo porta alla decisione di cambiare sesso. Nel novembre del 2013, dopo mesi di cure vissuti nell'ombra, nasce finalmente Vittoria, che in questo racconto-confessione svela i sogni e i timori infantili, le fughe, le lacrime, lo smarrimento di sentirsi donna mentre lo specchio riflette l'immagine di un uomo, la difficile scelta di abbandonare i compromessi e le ipocrisie per diventare ciò che è sempre stata: una donna bellissima. Un libro autentico e appassionato sulla fatica di vivere di chi nasce «diverso».



Un libro che è la storia di un ragazzo nato uomo, e divenuto donna. Quando il protagonista di questa biografia, è nato, l’hanno chiamato Giuseppe. Ci ha provato con tutto se stesso. Ha fatto ciò che volevano: ha smesso di andare a danza, ha tralasciato i suoi interessi, non si è truccato per tanto tempo, ha tagliato i capelli e ucciso la bambina nascosta dentro di lui. Temendo il pregiudizio, ha assecondato sua madre, ma era uno schiavo: del suo corpo, degli sguardi, dei preconcetti e di ciò che gli altri si aspettavano da lui … Ma la schiavitù rende folli e ti fa rinunciare alla cosa più importante, la vita. La stanza dei sogni di Giuseppe era diversa da quella in cui realmente ha trascorso la sua infanzia: era una stanza tutta rosa, con le Barbie e le foto delle modelle, una stanza tutta per sé e per sua sorella Rosaria, che lui chiamava Sosò. Non voleva con loro l’altro fratello: il suo mondo erano loro due. Sognava un letto a castello e, come tutti i bambini, avrebbe voluto dormire sopra. La sognava spesso, la sua stanza. Si metteva nel letto, chiu¬deva gli occhi, li strizzava fino a non far passare nessun raggio di luce e cominciava a costruire il suo mondo: una bambola, un poster, qualche libro appoggiato a caso, un lampadario colorato e anche un palloncino illuminato su una parete. Era carino Giuseppe, così delicato, magro, con quel fascino dell’irrisolto. Era diventato più magro alle supe¬riori, e le ragazzine avevano cominciato a notarlo. Era molto femminile: non aveva un pelo sul petto, i capelli erano lunghi e morbidi, e lui amava sentirli sulle spalle muoversi al ritmo del vento. Frequentava un istituto femminile! Lui le guardava, le ragazze, ma non perché gli interessassero come possibili fidanzate, eh no: le guardava per carpirne i segreti più profondi, per osservare le loro movenze, per notare ogni gesto mentre si truccavano, per imitarle mentre con un movimento solenne e impercettibile della testa tiravano indietro i capelli. Le guardava quasi al rallentatore, come se stesse davanti allo schermo di un cinema e riuscisse a cogliere gli aspetti più minuti, la piega della camicetta, un maglione un po’ sgualcito, la perfezione di alcune crocchie, il lucido dei capelli biondo naturali potenziati, ogni dettaglio veniva da lui ammirato nel tentativo di riuscire a copiarlo in ogni forma. Un romanzo, che è soprattutto un viaggio all’interno della sfera più intima di un ragazzo che ha scelto di diventare ragazza, o meglio, una splendida, consapevole donna. Il percorso di transizione, prendendo gli ormoni, sen¬za passare dallo psicologo: un ormone al giorno per uccidere Giuseppe, e poi due ormoni al giorno per far nascere Vittoria. Sembra semplice, ma non lo è, e a rendere tutto com¬plicato è che, se può, la gente ti terrorizza. Gli dicono che potrebbe ingrassare, diventare schi¬zofrenico. Che non può sapere cosa diventerà, quale sarà il suo aspetto. Ma a lui non importa: impazzirebbe comunque se rimanesse ancora dentro quel corpo. Odia quell’immagine di sé, vuole vedere la donna che ha sempre intravisto nelle vetrine camminando per strada. Ovviamente non manca il capitolo dedicato all’operazione. Curioso il riferimento alla presentatrice Barbara d’Urso, colei che ha reso pubblica questa “ trasformazione fisica e spirituale”. Senza di lei l’autrice di questo libro, non sarebbe qui ora a parlare della sua storia. Senza di lei non ci sarebbe stata la diretta. Barbara è sempre stata carina. Conosceva Giuseppe. Si erano incontrati per caso nei corridoi di Cologno Monzese, qualche volta. Ma Barbara è soprattutto una sua amica. E la loro amicizia è cresciuta nel tempo. Ora la protagonista nonché autrice del libro, ha finito il suo percorso, e ciò che vede è una donna bellissima che ora si può svegliare la mattina, lavarsi la faccia e uscire senza trucco senza paura della barba. Un romanzo che merita di essere conosciuto, una storia che chiarisce i lati più nascosti delle “transizioni di genere”(passatemi il termine).


Durata totale della lettura: Tre giorni
Bevanda consigliata: Cioccolata calda alla menta
Formato consigliato:  Ebook
Età di lettura consigliata: dai 16 anni
Sito dell'autore: Vittoria Schisano







  "  La schiavitù rende folli, e io ho scelto di essere libera."



                            

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