mercoledì 20 dicembre 2017

Recensione: C'era una volta a New York


C'era una volta a New York
di Cecile Bertod



Editore:  Newton Compton
Prezzo ebook: 6,99 € 
Prezzo cartaceo: 10,00 € 
Pagine: 288
Genere: storico, commedia, romantico



Parigi. Fin da bambina Sophie ha sognato di sposare un nobiluomo con una rendita sufficiente a garantirle il tipo di vita a cui è stata abituata: circoli esclusivi, vestiti d’alta moda, serate di gala. Ma, malgrado l’indiscutibile fascino, non è ancora riuscita a realizzare il suo proposito e, alla soglia dei ventotto anni, sa di non avere più molto tempo a disposizione. Alric, per quanto vecchio e terribilmente noioso, potrebbe rappresentare l’ultima possibilità per sistemarsi e così, una mattina, Sophie indossa il suo abito migliore e lo raggiunge, decisa ad accettare la sua proposta. C’è però una cosa che Sophie non ha previsto: il suo nome è Xavier. Un piccolo-borghese mai visto prima che irrompe nel salotto di rue d’Orsel deciso a infangare il suo buon nome. Xavier sostiene che Sophie non sia affatto la donna che vuol far credere, ma anzi, che un tempo sia stata la sua amante e ora gli nasconda suo figlio. Xavier non intende lasciarla andare prima di averlo ritrovato. Sotto lo sguardo sgomento di Alric, Sophie viene trascinata via e condotta su una nave che salpa per New York. E da quel momento inizia la sua sorprendente avventura…




C’era una volta a New York può tranquillamente essere considerato come il libro con cui è nata Cecile Bertod. E non solo perché è stato il primo romanzo pubblicato da questa scrittrice – che, come ormai sapete, siede nel mio Olimpo personale di “scrittori di cui leggerei tutto, perfino la lista della spesa”. Già, perché una delle tante, piccole curiosità di questo romanzo è che in origine la protagonista non si chiamava Sophie Riou, ma Cecile Bertod. Ecco che si capiscono improvvisamente tante cose, vero? L’esordio di Cecile Bertod nel “mondo del rosa” è con un romanzo storico, ambientato in quell’epoca in cui, per arrivare nella New York da cui il romanzo prende il titolo, non si prendevano voli intercontinentali ma transatlantici, e ci volevano diverse giornate di navigazione per arrivare a destinazione – giornate in cui poteva accadere di tutto, come si renderà conto la povera Sophie. Lei quel viaggio nemmeno lo voleva fare, se non fosse stato che una serie di strani avvenimenti l’abbia portata ad affrontare una svolta imprevista nella sua vita. Svolta imputabile principalmente a Xavier Lesage, l’uomo che è riuscito, inaspettatamente, a far saltare l’ormai imminente fidanzamento di Sophie con un importante ambasciatore. Sophie Riou, dicevamo, è uno di quei personaggi “alla Cecile Bertod”. Si, lo so che questa frase sembra una sorta di Inception, ma davvero non saprei definirla in un altro modo. Perché la Cecile Bertod scrittrice ha la caratteristica di raccontarci di personaggi dotati del più grande superpotere esistente: l’ironia. E la Sophie-che-una-volta-si-chiamava-Cecile rientra al 100% in questa descrizione. Forte ma un filino permalosa, cocciuta quando serve e coraggiosa quando nessuno se lo aspetta davvero, è un personaggio che lascia la sua impronta in ogni pagina in cui è presente, strappando perennemente un sorriso al lettore – complice anche Xavier, riuscitissimo personaggio maschile che riesce (a tratti) a tenere testa a quella forza della natura che è Sophie. La scrittura, rispetto ai romanzi che verranno successivamente, è lievemente diversa da quella che abbiamo sperimentato negli altri romanzi – è più simile ad una pesca noce croccante, come quelle che si mangiano all’inizio della stagione estiva, mentre i romanzi successivi assomigliano di più alle pesche noci più succose e dolci che troviamo quando l’estate è ormai inoltrata. Sono buone entrambe, e le prime fanno apprezzare di più le seconde. E viceversa.





Durata totale della lettura: Quattro giorni
Bevanda consigliata:  Infuso menta e miele di litchi
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 16 anni
Sito dell'autore: Cecile Bertod












"L'amore può nascondersi ovunque, anche su una nave che salpa per New York."



                                            

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