giovedì 25 aprile 2019

Recensione: Tempo curvo a Krems

Tempo curvo a Krems

di Claudio Magris

Editore: Garzanti
Prezzo Cartaceo: € 15,00
Pagine: 96 pagine
Titolo originale: Tempo curvo a Krems



I cinque protagonisti di questi racconti si ritrovano tutti a fare i conti con un tempo che sembra non avere inizio né fine, corrente di un fiume che conduce alla foce e alla sorgente. Il ricco e ormai vecchio industriale che inscena una beffarda ritirata dalla vita; il maestro di musica che dopo tanti anni rivede il proprio allievo in un incontro di ambigua ed elusiva crudeltà; il viaggiatore che, nella piccola e assopita cittadina di Krems, mosso da una coincidenza apparentemente insignificante, scopre il non tempo della vita e dell’amore in cui tutto è presente e simultaneo; il vecchio scrittore ospite d’onore di un premio che misura la propria estraneità al mondo e ai riti della letteratura; e infine il sopravvissuto della Grande Guerra e della grande stagione culturale della Trieste asburgica e irredentista che osserva le riprese di un film dedicato a una vicenda della sua giovinezza e di quella dei suoi amici stentando a riconoscere sé stesso e i propri compagni nei gesti e nelle battute degli attori che li interpretano. Ironicamente crudeli, malinconicamente sobri, i cinque personaggi sembrano a poco a poco attutire l’intensità delle loro esistenze, sfumando la distinzione tra finzione e realtà, con la consapevolezza che anche «le pagine invecchiano come le cose vive: fanno orecchie d’asino, si sgualciscono, avvizziscono. Come la mia pelle».




Questo libro è una riflessione su come il tempo sia in grado di determinare fatti e azioni e di come il trascorrere di questo comporti la loro modifica attraverso la memoria: i personaggi a tratti non distinguono la realtà dal ricordo e dall’immaginazione, a tal punto che non sono solo i ricordi dei fatti a trasformarsi, ma anche le emozioni. 

I protagonisti dei 5 racconti di questo libro si trovano tutti, in modi diversi, faccia a faccia con il tempo. Per essi il tempo sembra non avere un preciso inizio e fine, ma scandisce lento ed inesorabile la loro vita.

Così troviamo un industriale che, arrivato all’età della pensione, si ritrova a fare i conti con il suo passato, in una complicata disamina della sua vita; un maestro di musica che dopo anni rincontra un allievo e rimane sorpreso (o forse no) da come il tempo lo abbia cambiato; un viaggiatore che, arrivato nella cittadina di Krems, ci fornisce una disamina di come l’amore rimanga immune allo scorrere naturale del tempo, e di come raggiunga il suo culmine solo nel presente; uno scrittore che, ritirando un premio alla carriera, riflette su quanto in realtà egli si senta lontano dal mondo che lo sta premiando; infine, un sopravvissuto di guerra che, nel riguardare un film basato su una vicenda del suo passato, rimane incredulo e a stento riconosce sé stesso in quella che è la messa in scena degli attori, quasi come se il tempo trascorso avesse distorto la sua realtà (che è però la realtà delle persone che guarderanno quel film).

Trovo che questo libro sia un ottimo spunto di riflessione sul fatto che, il fattore tempo è una variabile che, rispetto allo spazio per esempio, è impossibile non considerare, ma che più di tutte ha un forte impatto sulla nostra vita passata, presente e futura.
Spesso viviamo e sperimentiamo un avvenimento nel presente (rincontrare una persona conosciuta in passato, un appuntamento significante per la nostra vita, ecc.) attraverso la nostra memoria. Più la memoria è remota, più il trascorrere del tempo modifica la nostra percezione del presente. In questo senso il tempo è “curvo”: si flette su stesso e ritorna a condizionare le nostre azioni.
Ci troviamo di fronte ad un breve romanzo, che richiede però molta concentrazione e riflessione. Se avete voglia di leggerlo, assicuratevi di essere pronti ad addentrarvi in 5 avventure ricche di immaginazione e spunti di riflessione.

Durata totale della lettura: Due giorni
Bevanda consigliata: Green Tea
Formato consigliato: Ebook
Età di lettura consigliata: dai 16 anni








      "Gli era sempre piaciuto dormire, la vita era così onesta a sparire per un terzo; un'ora di beato niente, per ogni due ore di fatiche e malintesi. Non era un cattivo contratto"

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