domenica 7 aprile 2019

Recensione: Cardinal. La stagione delle mosche


Cardinal. La stagione delle mosche
di Giles Blunt

Editore:  Sperling & Kupfer
Prezzo cartaceo: 17,90 € 
Prezzo ebook: 9,99 €
Pagine: 368


La primavera ha fatto solo una fugace comparsa, ma è bastato quel breve accenno di disgelo perché ad Algonquin Bay arrivassero le mosche nere. Una sola di quelle bestiacce basterebbe a far impazzire una persona, e loro arrivano a sciami, ben attrezzate per pungere e succhiare il sangue a qualunque essere vivente. Soltanto un pazzo, o un ubriaco perso, uscirebbe senza protezione durante la stagione delle mosche ad Algonquin Bay. E invece, coperta di punture dalla testa ai piedi, piomba nella World Tavern una giovane donna, bellissima, con i capelli rossi fiammeggianti, e completamente priva di memoria. Soccorsa da Jerry Commanda, il poliziotto locale di origini indiane, la ragazza viene subito portata in ospedale. Dove presto i medici scoprono che i morsi delle mosche sono il minore dei suoi problemi. Qualcuno, infatti, le ha sparato alla testa, e il proiettile è rimasto nel cranio. Mentre i chirurghi tentano di salvarle la vita, John Cardinal e Lise Delorme indagano sulla sua identità. E ben presto si imbattono in un secondo raccapricciante crimine. Se c'è un legame tra i due fatti di sangue, John Cardinal è l'unico che può trovarlo. L'unico che può interrompere la catena.




Cardinal è tornato, non solo su LaEffe con nuove stagioni della serie TV, ma anche in libreria. La Sperling ha deciso di seguire quella che è la programmazione TV e passare direttamente dal volume 1 al volume 3 della serie, esattamente come la serie TV che non ha adattato il secondo romanzo della serie. Non voglio entrare nelle valutazioni di questa scelta, spero però che prima o poi potremo leggerci anche The Delicate Storm. Ma tant'è, io già sono felice che stiano portando questa serie in Italia perché merita davvero molto la lettura.
Siamo di nuovo ad Algonquin Bay e la coppia investigativa Cardinal-Delorme si ritrova ancora una volta ad indagare su un caso alquanto particolare. Una giovane donna dai capelli rossi compare n un bar della cittadina: è carina e gentile con le persone, ha un'atteggiamento serafico e pacifico, ma non ricorda nulla di se stessa. Accompagnata al pronto soccorso, si scopre che la sua capigliatura rossa ha nascosto il sangue che è uscito da una ferita alla testa - e che questo suo atteggiamento è dovuto al fatto che una pallottola si è incastrata nella sua testa e sta facendo funzionare male la parte del suo cervello dove ci sono emozioni e ricordi.
Dai, ammettetelo: Giles Bunt li sceglie bene i casi per Cardinal e Delorme! E questa è una cosa che apprezzo parecchio di questa serie, il fatto che i vari delitti su cui John Cardinal si trova ad indagare non sono affatto banali. Come potete immaginare, l'indagine non si rivela affatto facile - tanto più che spuntano fuori nuovi cadaveri e strane incisioni. Ma una delle caratteristiche di questa serie di romanzi è il fatto che i punti di vista sono multipli, e i vari tasselli del puzzle iniziano a trovare posto sotto gli occhi del lettore con tempi diversi rispetto a quelli della polizia di Algonquin Bay. In genere questa pratica narrativa io l'apprezzo molto poco, ma vi posso assicurare (giurin giurello croce sul cuore) che in questi romanzi funziona alla grande, ed dà alla narrazione una marcia in più.
E le mosche di cui parla il titolo di questo libro? Beh, a quanto pare ad Algonquin Bay la primavera non è sinonimo di fiori che sputano, ma di fastidiosissime mosche nere che fanno quasi sembrare simpatiche le zanzare che impestano la Pianura Padana. Ma le mosche, quando si tratta di cadaveri, sono anche degli interessanti indizi....



Durata totale della lettura: Sei giorni
Bevanda consigliata:  Chai Masala
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 16 anni
Sito dell'autore: Giles Blunt








"Chiunque abbia trascorso del tempo ad Algonquin Bay vi dirà che ci sono moltissime buone ragioni per vivere altrove. 
C'è la distanza dalla civiltà, che per i canadesi significa Toronto. 
 C'è la graduale decadenza del centro cittadino. Naturalmente ci sono gli inverni, lunghi e feroci. 
 E poi, ci sono le mosche."


                                            

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