domenica 12 gennaio 2020

Blogtour: I bambini di Svevia




Oggi abbiamo l'onore di partecipare ad un blogtour speciale, il nuovo romanzo di Romina Casagrande edito Garzanti che ci fa emozionare con la storia di Edna, Emil e Jacob e ci concentreremo sui luoghi del romanzo.



I bambini di Svevia
di Romina Casagrande

Editore: Garzanti
Prezzo Cartaceo: € 8,60
Pagine: 400


Protetta dalle mura di una casa nascosta dal rampicante, Edna aspetta un segno. Da sempre sogna il giorno in cui potrà mantenere la parola data. L’unico a farle compagnia è Emil, un pappagallo dalle grandi ali blu. Non le è mai servito altro. Fino a quando una notizia la costringe a uscire dall’ombra e a mettersi in viaggio. È arrivato il momento di tener fede a una promessa a lungo disattesa. Una promessa che lega il suo destino a quello dell’amico Jacob, che non vede da quando erano bambini. Da quando, come migliaia di coetanei, furono costretti ad affrontare un terribile viaggio a piedi attraverso le montagne per raggiungere le fattorie dell’Alta Svevia ed essere venduti nei mercati del bestiame. Scappati dalla povertà, credevano di trovare prati verdi e tavole imbandite, e invece non ebbero che duro lavoro e un tozzo di pane. Li chiamavano «bambini di Svevia». In quel presente così infausto, Edna scoprì una luce: Jacob. 
La loro amicizia è viva nel suo cuore, così come i fantasmi di cui non ha mai parlato. Ma ora che ha ritrovato Jacob, è tempo di saldare il suo debito e di raccontare all’amico d’infanzia l’unica verità in grado di salvarli. Per riuscirci, Edna deve tornare dove tutto ha avuto inizio per capire se è possibile perdonarsi e ricominciare. Lungo antiche strade romane e sentieri dei pellegrini, ogni passo condurrà Edna a riscoprire la sorpresa della vita, ma al contempo la avvicinerà a un passato minaccioso. Perché anche la fiaba più bella nasconde una cupa, insidiosa verità.









Il viaggio di Edna si svolge sicuramente su livelli diversi, uno fisico e uno temporale.

Il viaggio fisico di Edna ci lascia senza parole, una donna della sua età non ci si immagina come ce l'abbia fatta a macinare tutti quei km, su e giù per la montagna. Dal racconto capiamo che la scalata sia importante ma non ci potremmo mai immaginare che la montagna davanti a lei sia cosi:


Questa è infatti la cima dell'Arlberg, tra Vorarlberg e il Tirolo in Austria
Sono proprio queste le zone in cui i cosiddetti bambini di Svevia, gli Schwabenkinder, tra i cinque e quindici anni, provenienti dal Tirolo, Svizzera e dalla parte sud dell'Austria attraversavano le montagne. I loro genitori, ormai troppo poveri, li avevano venduti e l'unico modo di sopravvivere era lavorare nelle fattorie dell'Alta Svevia. Teoricamente sarebbero tornati a fine stagione lavorativa.

I bambini partivano solitamente a marzo, acccompagnati da un giovane parroco, proprio come nel romanzo, e si dirigevano in zone diverse, le città scelte come destinazioni erano Ravensburg, Friedrichshafen, Kempten e, a richiesta, anche Wangen, Weingarten, Tettnang e Bad Waldsee.


Dopo  giorni di camminate attraverso le montagne nel freddo, di elemosina e bagni nell'acqua gelida, quando si arrivava alla cappella di St. Cristoforo, che segnava l’inizio della discesa, si intagliava la statua con un coltellino e si conservava nella tasca una scheggia. Serviva contro la nostalgia di casa. La scheggia non lascerà mai la nostra Edna, nel viaggio in cerca di Jacob infatti,  tra gli oggetti che aveva infilato in mezzo alle cose importanti c’erano la pigna a forma di scoiattolo, il sassolino di marmo raccolto camminando verso il Passo, e proprio la scheggia intagliata dalla statua di legno di san Cristoforo. Nel viaggio di ritorno, invece, Il cammino fino a San. Cristoforo era stato in discesa. Intorno alla chiesa era sorto un vero paese, incastonato fra le montagne.  (Quella piccola chiesetta che vedete nella foto sotto è proprio quella di San Cristoforo).



 



Nel primo viaggio per arrivare alla fattoria, avevano camminato sette giorni ed erano arrivati a Ravensburg passando dalla stazione di Lasa, una piazza in cui agli inizi del maggio del 1945, i soldati tedeschi avevano raccolto undici uomini accusati di aver rubato due sacchi di munizioni dalla polveriera. A Ravensburg era il giorno della cavalcata del sangue di Cristo, il Blutritt, una processione equestre dedicata al sangue santo, nella quale loro dovevano confondersi con i bambini "normali".


Il mercato in cui viene scelta dal contadino con la croce sulla giacca, capitava a tutti i Bambini di Svevia nel giorno di San Giuseppe, i contadini sceglievano in base alle proprie esigenze lavorative, le ragazze principalmente per i lavori casalinghi e i maschi per le mansioni agricole. Normalmente venivano ripagati solo con abiti e cibo o pochi spiccioli ma le condizioni lavorative erano indecenti. Molto comuni erano i casi di violenza, morte e bambine incinte rimandate a casa alla fine della stagione.

Questi percorsi non erano nuovi, come ci spiega uno dei suoi pellegrini compagni di viaggio, le arterie principali che attraversano le montagne sorgono su tracciati molto antichi, sono le vie aperte dagli eserciti romani o quelle ancora più antiche del commercio dell’ambra. Erano le stesse che nel medioevo venivano percorse dai pellegrini, un dedalo di strade che congiungono i luoghi della cristianità,alla via Francigena che taglia l’Europa in linea retta da Roma a Canterbury.

Spero che abbiate trovato interessante questa minima spiegazione del viaggio di Edna, vi consiglio di leggere il romanzo perchè mi ha molto emozionata.




      

Questa è solo una delle tappe del blog tour, non dimenticate di seguire le prossime tappe, qui sotto potete trovare il calendario.

                      
    

Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

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