venerdì 20 novembre 2020

Recensione: Processo a Shanghai


Processo a Shanghai

di Xiaolong Qiu 
Prezzo Cartaceo: € 18
Pagine: 272


Chen Cao, il leggendario ex ispettore capo della polizia di Shanghai, è stato promosso: il Partito lo ha scelto come direttore del neonato Ufficio per la riforma del sistema giudiziario. La sua esperienza e la sua incorruttibilità sono una garanzia, ma l’importanza e il prestigio del nuovo incarico sono solo apparenti, perché in realtà lo scopo è tenerlo lontano dai suoi “casi speciali”. Intanto, però, Vecchio Cacciatore gli chiede aiuto in un’indagine della quale è stata incaricata l’agenzia investigativa per cui lavora: Min Lihua – affascinante cuoca-cortigiana che, approfittando dei banchetti al suo costosissimo ristorante, intesse relazioni con uomini di potere – è stata arrestata con l’accusa di omicidio. Nella sua “cucina privata” è stato trovato il cadavere di Qing, la sua giovane assistente, e un misterioso personaggio ha offerto una somma astronomica per provare la sua innocenza. “Esiliato” in un resort di lusso sulle montagne, Chen è sempre più sorvegliato e sempre più lontano da Shanghai, non solo fisicamente. Ma davvero non è più in grado di fare la differenza nel sistema cinese? È forse arrivato il momento di cambiare rotta? Nonostante lo sconcerto e la rabbia, Chen è determinato a non arrendersi.



Un libro carino e scorrevole, intriso di poesia e riferimenti storici perfetti per un sinologo o un appassionato di politica, forse un po' meno per un appassionato di gialli. 
La scrittura segue la tradizione cinese con moltissimi modi di dire, tocchi di poesia e riferimenti a epoche e giudici del passato.

La storia alla base del romanzo è semplice, Qin, l'assistente della famosa Dama Reoubblicana viene trovata morta dopo una delle sue famose cene private. I pochissimi invitati sono tutti estremamente facoltosi e la Dama viene subito nascosta come se fosse un membro del Partito, ma sarà stata davvero lei a uccidere l'assistente perchè se ne sarebbe andata? L'ispettore Chen purtroppo non può indagare dato che is trova in "licenza di convalescenza" o almeno non ufficialmente.

Alcuni tratti di questo romanzo ne alzano notevolmente il livello, il parallelo tra l'omicidio di Qin, e l'omicidio nell'epoca Tang della domestica di Xuanji, anch'essa impossibilitata a testimoniare per altre motivazioni, il parallelo tra le due fazioni dominanti, Li e Wu dell'epoca Tang e le fazioni in ascesa attualmente, i Principi Rossi eredi del Partito e gli affiliati delle Leghe giovanili provenienti da famiglie comuni. 
Il romanzo fa parte di una lunga serie di racconti che hanno l'acculturatissimo ispettore Chen come protagonista, tutti quanti semi politici e con una lieve critica al Partito che domina su tutto e nasconde tutto ciò che lo potrebbe intaccare. Chen non solo è un segugio nato nel seguire i pochissimi indizi ma oltretutto è un poeta, un filosofo, uno scrittore, insomma un vero e proprio letterato.

Il romanzo si fa leggere ma penso che serva un pochino di background o di interesse verso la cultura o la politica cinese perchè altrimenti può risultare un po' noioso o complesso.


Durata totale della lettura: Quattro giorni
Bevanda consigliata: Pu'er tea
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: Dai 17 anni 



"In Cina le cose potevano essere come in uno 
di quei paesaggi dipinti su rotolo, 
nei quali gli spazi bianchi dicono molte 
più cose di quelle che sono rappresentate."



Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

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