lunedì 14 novembre 2022

Recensione: La casa sul Nilo


La casa sul Nilo
di Denise Pardo

Editore: Neri Pozza
Prezzo Cartaceo: €18,00
Prezzo e-book: €9,99
Pagine: 432

È un tempo lungo quello che Denise Pardo racconta in questo romanzo. Un tempo affascinante, cosmopolita, tollerante, ricco di stimoli. Un tempo di amicizie e di comprensione. Al centro de La casa sul Nilo, una famiglia di ebrei sefarditi arrivati al Cairo assieme alle vicissitudini dell’Europa dei primi trent’anni del Novecento. La narratrice racconta la sua infanzia in una sorta di Eldorado magico: i caffè del Cairo, le feste, gli stimoli, la civiltà della conversazione, i salotti. L’Egitto di quel tempo è un crocevia di storie e di suggestioni: un paese mondano e sorprendente dove le diverse religioni sono rispettate e si parlano tutte le lingue. E il Cairo di quel tempo, di quei primi anni Cinquanta, è narrato con una precisione e una nitidezza esemplari perché questo romanzo è soprattutto la storia dell’autrice. La sua famiglia composta dalla nonna, dal padre, dalla madre e da altre due sorelle non avrebbe mai immaginato di dover fuggire da quel mondo. Finché non sale al potere Nasser, cambiando in pochi anni le regole del gioco, e della convivenza civile. E tutto, dapprima impercettibilmente, e poi con sempre maggiore evidenza, diventa fosco e insidioso. Gli stranieri non sono ben visti, l’intolleranza religiosa si fa dogma. E gli stranieri, che stranieri non sarebbero, si sentono sempre più in pericolo. Fino a una partenza precipitosa per Roma e l’Italia, nel 1961. Un abbandono doloroso, straniante, figlio di un mondo cambiato senza una ragione.

La casa sul Nilo è un romanzo bellissimo e raro, appassionante. È la storia di un tempo perduto, e di un tempo ritrovato a fatica. Ci mostra mondi dove tutto era scambio e curiosità, rispetto e attenzione. Ci dice, senza alcuna nostalgia, ma con l’intensità dei sentimenti e delle passioni, che non dobbiamo dimenticare che c’è stato un tempo diverso e piú giusto. Dove ogni dettaglio era una ricchezza e ogni giorno una scoperta.


Dagli anni Quaranta ai primi anni Duemila, dal Cairo a Roma: questo romanzo copre un spazio temporale e geografico immenso ed importante. 

Settembre 1961. La famiglia di Bobe, Sam, Fanny con le due figlie è costretta a fuggire dal Cairo, dalla loro casa, dal loro paese, a causa della persecuzione dello straniero promulgata da Nasser. E' tutto così diverso a Roma, non ci sono serpenti sotto i letti e ci sono pini enormi. Non è così in voga passare le giornate nei caffè come al Cairo, e si usano i mezzi pubblici.
Le differenze sono abissali. E non c'è giorno in cui la speranza di tornare nel loro amato Egitto non li sfiori. 

Trovo che l'autrice sia riuscita a raccontare attraverso la storia di una singolo gruppo, di una singola famiglia, la storia di migliaia di famiglie costrette, nel 1961, a lasciare il proprio paese, senza aver fatto nulla di sbagliato, semplicemente perché straniere, ebree, o apolidi come Bobe, la madre di Fanny. 

Forse perché la storia mi affascina da sempre, così come i paesi così culturalmente diversi dal nostro, ma questo libro mi ha affascinata e rattristata allo stesso tempo. Mi ha affascinata perché, n
onostante la tragicità di questo evento, Denise Pardo è stata in grado di farmi immaginare il Cairo degli anni Cinquanta e Sessanta: le strade, i colori, i profumi, le spezie, i giardini, i caffè, le feste, la luna.Pensare che un paese così cosmopolita come l'Egitto dell'epoca, possa in pochi anni essersi trasformato in un paese così chiuso, è triste. Immaginare tutte quelle famiglie costrette a scappare solo per poter sopravvivere, dopo meno di vent'anni dalla Seconda Guerra Mondiale, mi fa pensare che dalla storia l'essere umano ha imparato davvero poco.

Un romanzo che fa riflettere e sognare allo stesso tempo, che mostra l'apertura culturale di un paese distrutta dalla chiusura mentale di un gruppo ristretto, che dimostra come tutto può cambiare in davvero poco tempo. 

Ricco di dettagli, di culture diverse, di lingue diverse, raccontato da ognuno dei personaggi, regala diversi punti di vista. Leggero nei racconti delle feste, degli innamoramenti e delle giornate felici passate al Cairo, impegnativo nel racconto di uno dei tanti periodi bui della storia.

Decisamente consigliato.

Durata totale della lettura: Sette giorni
Bevanda consigliata: Tisana al karkadè
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 15 anni


      "Non stavamo bene da nessuna parte, non appartenevamo a nessun nucleo perché i nuclei in Italia erano delineati, circoscritti, chiusi e strachiusi, mentre noi eravamo abituati a una fluidità di contaminazione e di frequentazione, avendo vissuto in una società dai vasi comunicanti"


Si ringrazia la casa editrice per la copia omaggio

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