venerdì 20 gennaio 2017

Recensione: Grani Antichi


Grani antichi
Una rivoluzione dal campo alla tavola,
per la salute, l’ambiente e una nuova
agricoltura

di Gabriele Bindi


Editore:Terra Nuova edizioni
Prezzo Cartaceo: € 13,60 
Pagine: 176



Verna, Gentilrosso, Timilìa, Perciasacchi, Carosella sono solo alcuni dei grani che si coltivavano un tempo in Italia e che oggi tornano alla ribalta per motivi agronomici e nutrizionali. La riscoperta dei frumenti antichi da parte di consumatori e agricoltori è una vera rivoluzione che assicura vantaggi per la salute e la biodiversità delle campagne. Il libro si snoda come una vera e propria guida tra le diverse varietà di grani antichi, di cui tanto si parla ma che in pochi conoscono realmente, con il rischio di confonderli, di non capirne le potenzialità e di lasciare il campo a facili speculazioni.



Questo libro è una ricerca dettagliata incentrata sui grani, in particolare quelli che più antichi, che fanno ancora parte della nostra alimentazione quotidiana. La ricerca passa attraverso diversi punti dalla crisi del grano, fino alla tematica odierna della biodiversità. L’autore, tende a rilevare che ad oggi, indietro non si torna: c’è qualcosa di fatale nei grani cosiddetti anti¬chi. Non è la maledizione di Tutankhamen, né la persecuzione di qualche spirito ancestrale. È un qualcosa di più semplice e, allo stesso tempo, in¬spiegabile: quando assaggi il pane fatto con quel¬la farina macinata a pietra, non torni più indietro. Per lui, occuparsi di grani antichi, ha significato: occuparmi di grano antico è stato un lungo pro¬cesso di disintossicazione. Dal glutine delle va¬rietà moderne, tanto per cominciare. Ma anche dai veleni dell’agrobusiness, dall’immobilismo della nostra politica e dal catastrofismo compia¬ciuto di tanti intellettuali di questo paese. Meritevole a mio giudizio, la parte inerente all’Italia dei grani antichi, con testimonianze ad hoc, del viaggio straordinario che ha compiuto l’autore nel corso della stesura di questo libro. Non lasciatevi sfuggire alla parte inerente al grano di oggi, in particolare, laddove si rileva che: Il pane di oggi è sotto l’occhio del ciclone, insie¬me alla pasta e a tutti i derivati del frumento. Sul banco degli imputati c’è il glutine, il nuovo ne¬mico del popolo da lapidare sulla pubblica piazza. C’è chi dice che i grani antichi contengano meno glutine. Chi addirittura pensa che non né con-tengano affatto, illudendosi che possano essere adatti ai soggetti celiaci. La verità è che il glutine c’è. Si ritrova anche negli impasti realizzati con i frumenti di antica costituzione. Ma è di un tipo assai più debole, che come vedremo è diverso in quantità, ma soprattutto in qualità, rispetto a quello contenuto nei grani di forza. I frumenti moderni, rispetto a quelli tradiziona¬li, hanno un corredo di proteine più sbilanciato, con la presenza di più epitopi tossici, che rendo¬no i farinacei difficilmente digeribili e responsa¬bili di diversi processi infiammatori (un problema comune a molti di noi). Una ricerca dettagliata, che vi aiuterà ad eliminare diversi dubbi nell’alimentazione, ed altresì ad imparare a mangiare meglio.


Durata totale della lettura: Due giorni
Bevanda consigliata: Frullato ai frutti di bosco
Formato consigliato: E-book
Età di lettura consigliata: dai 16 anni
Sito dell'autore: Gabriele Bindi






  “Tratta bene la terra! Non è un’eredità dei nostri padri ma un prestito dei nostri figli”.



                            

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