mercoledì 4 aprile 2018

Recensione: A un passo dalla felicità


A un passo dalla felicità - Una resa dei conti con la depressione
di Daphne Merkin

Editore: Astoria Edizioni 
Prezzo cartaceo: € 18,00
Prezzo ebook: € 9,99
Pagine: 304
Titolo originale: This Close to Happy: A Reckoning with Depression 

"La disperazione è sempre descritta come cupa," scrive Daphne Merkin, "quando in verità possiede una luce tutta sua, un bagliore lunare, del colore dell'argento macchiato." "A un passo dalla felicità", il vivido resoconto di Merkin su che cosa significhi soffrire di depressione clinica, cattura questa strana luce e, attraverso una coraggiosa sequenza di ricordi, ripercorre la vita dell'autrice, dall'infanzia in un numeroso clan che colpiva "l'attenzione altrui come una famiglia di potenziali vincenti, favorita dai soldi e dalla spina dorsale di una tradizione familiare ebraica ortodossa", all'età adulta, con una figlia e un lavoro che la consacra fine intellettuale. Sebbene noi si viva nell'Era dell'Indiscrezione, dove tutti sembrano voler parlare di tutto, la depressione è ancora taciuta e stigmatizzata e chi ne soffre emarginato. A fronte di milioni di depressi, la reazione verso i malati è spesso di insofferenza: dopotutto, la depressione clinica è uno stato spesso noioso di apatia paralizzante, inarrestabile. O, come lo descrive l'autrice, un peso psicologico molto comune, normale e non esotico. Insomma, una lagna. Ma l'intelletto variegato, agile, eloquente di Merkin in lotta con questo peso fa sì che il suo resoconto non sia una lagna. È uno sguardo franco, coraggioso, egocentrico sulle esperienze di una donna, che ci rivela che la malattia mentale non è il dono indesiderato di un genio pazzo, ma una maledizione quotidiana della gente normale.



È inutile mentirvi, questo libro non si legge tanto a cuor leggero, in quanto tratta di argomenti non molto facili da mandare giù, e trattandosi di una biografia, ho provato a indossare le vesti dell’autrice, e ho letto le pagine con un nodo in gola al pensiero che lei abbia provato tutto questo sulla sua pelle. Come l’autrice sottolinea nel libro, viviamo in un secolo in cui sembra si voglia parlare di tutto, mentre la depressione rappresenta ancora un tabù, o meglio, un argomento che non merita alcuna attenzione agli occhi di tutti. Proprio per questo motivo ho apprezzato il coraggio dell’autrice per aver deciso di scrivere di questa malattia, si è messa completamente a nudo raccontando delle sue esperienze cliniche, delle terapie, della sua infanzia e vita famigliare, e ha condiviso i suoi pensieri, persino quelli più oscuri che non tutti avrebbero il coraggio di mettere nero su bianco. Attraverso le sue parole, Daphne Merkin ha dato voce a tutte quelle persone che soffrono di depressione, per ricordare loro che non sono soli e per far prendere coscienza di cos’è realmente la depressione e come viene vissuta da chi ne soffre, che spesso si ritrova a indossare la maschera del “tutto bene” per sopravvivere ogni giorno agli sguardi altrui che non comprendono a pieno questa patologia. Il libro mi ha stupito per la franchezza con cui l’autrice parla di un tema così delicato quale la depressione, di cui si parla troppo poco e non con la giusta attenzione, e il suo racconto non può fare altro che far riflettere e aprire gli occhi su una realtà che coinvolge più persone di quante si possa immaginare.


Durata totale della lettura: Quattro giorni
Bevanda consigliata: Caffè nero
Formato consigliato: Ebook
Età di lettura consigliata: dai 18 anni




“Chi l’avrebbe mai detto che sarei stata così a un passo dalla felicità?”





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