lunedì 23 aprile 2018

Recensione: Sentimi


Sentimi
di Tea Ranno


Editore: Sperling & Kupfer
Prezzo Cartaceo: € 17,50
Pagine: 240



Durante una notte surreale, e nello stesso tempo fin troppo reale, una donna, una scrittrice, tornata nel paese siciliano dove è nata, nella piazza dove passeggiava bambina, ascolta decine di voci che giungono da un altrove indistinto, che si fanno strada in una nebbia strana, inquietante. Sono voci di donne morte, che vogliono, devono, raccontare le loro storie perché la scrittrice le trascini fuori dall'oblio al quale sono destinate. Sono storie quasi sempre dolorose, a volte tragiche, che hanno una caratteristica in comune: l'umanità delle protagoniste, la loro complessità emotiva e intellettuale, i loro sentimenti, le loro vite vere, insomma, tutto viene sempre e inesorabilmente annullato nella dicotomia maschile della donna «santa o buttana». Ma non solo per raccontarsi, i fantasmi di queste donne parlano all'autrice: c'è anche un'altra storia, che tutte le coinvolge, e che vogliono si sappia. La storia di Adele, figlia di Rosa, ma non del suo legittimo marito, Rosario. E la colpa più grave di Adele è quella di avere i capelli rossi, come il suo vero padre, segno inequivocabile del tradimento, della colpa, delle corna. Per questo Rosario passerà il resto della sua vita nel tentativo di uccidere la bambina, poi ragazza. E per questo le donne del paese, le stesse donne che si raccontano, faranno di tutto per salvarla. Perché levare almeno la piccola Adele dai meccanismi mentali malati di questi maschi brutali, ancestrali e irredimibili, vorrebbe dire aver salvato tutte loro. Condividi facebook twitter google plus



Questo è un romanzo particolare, narra le vicende di diverse donne che racconteranno la propria storia ad Adele, una giovane che torna nel suo paese natale. Un corollario di racconti di donne, dalle più disperate vicende, accomunate solo da un unico dettaglio: sono tutte morte. Attraverso la nebbia, la nostra protagonista raccoglierà le loro confessioni, alcune molto toccanti (a mio giudizio). Personalmente la storia della suora violentata e divenuta poi madre della creatura che ne nacque, mi ha sconvolto (e devo ammetterlo, a tratti disgustata come donna). Pur tuttavia, comprendo che, non si poteva nascondere una gravidanza in un convento di mo¬nache affamate di pettegolezzo, che sarebbe stato uno scan¬dalo in tutto il paese e in tutta la diocesi, e che perlomeno nella realtà ivi descritta, lo sbarazzarsi del bimbo, pareva l’unica soluzione possibile. Le vicende narrate (spesso in un più caratteristico dialetto siciliano), sono diverse tra loro, ma il punto focale, che le unisce, sono quello che è definita come la divisione perfetta tra: sposa o prostituta (per usare un termine elegante), categorie in cui necessariamente sembrano dover essere immesse le donne descritte. Ciò che l’autrice desidera rilevare è che: il male, tutto il male, è opera dell’uomo che si comporta senza criterio. E se qualche volta la Natura tradi¬sce e uccide, lo fa per un senso recondito che per ora, non essendo onniscienti, non possiamo capire, e lo capiremo do¬po, quando saremo vento nel vento. Personalmente ho trovato questo romanzo, un po’ duro, ho fatto fatica ad arrivare alla fine. Lo giudico troppo cruento, ingiusto; basti dire che la sua trama, verte sulla “voce della morte” se così la vogliamo definire. L’aspetto che meno mi è piaciuto, è decisamente il fatto che le donne ivi raccontate escono sempre e comunque come le uniche vittime della cattiveria e crudeltà dell’uomo.


Durata totale della lettura: Tre giorni
Bevanda consigliata: Caffè macchiato caldo
Formato consigliato: Ebook
Età di lettura consigliata: dai 14 anni
Sito dell'autore: Tea Ranno









    " Cento voci, una storia."





                            

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