venerdì 15 settembre 2017

Recensione: E poi ci sono io



E poi ci sono io
di Kathleen Glasgow

Editore: Rizzoli
Prezzo Cartaceo: € 19,00
Pagine: 448
Titolo Originale: Girl in Pieces 


«Tutto quello che si rompe, comprese le persone, si può aggiustare. Ecco come la penso io.» 

A soli diciassette anni, Charlotte Davis ha già trovato un rimedio per calmare la sofferenza che prova. Per non pensare all'amato padre che ormai non è più con lei, per non pensare alla sua migliore amica che l'ha lasciata, per non pensare a una madre che da molto tempo non la capisce, a Charlie basta avere a portata di mano un pezzo di vetro. Un coccio di bottiglia, un gesto secco, un taglio sulla pelle: e dentro si fa largo una specie di sollievo. Charlie è ricoverata in un istituto psichiatrico di St. Paul, nel Minnesota, un microcosmo abitato da altre ragazze come lei, ragazze sole, ognuna un mondo da decifrare, ognuna intrappolata in un diverso dolore. Boccioli di donne ancora troppo chiusi, duri, terrorizzati dall'aprirsi alla vita, sprovvisti di misure di difesa e dunque trascinati via dalla corrente dell'autolesionismo. Le ragazze tra di loro si prendono in giro, si raccontano, immaginano il futuro, c'è chi vorrebbe uscire di lì e chi invece vuole restare al riparo di quelle mura. Charlie, al momento delle dimissioni, non sa dove andare, dato che la madre non la vuole con sé. Sarà allora nella lontana Arizona, dove il sole è rovente e un amico l'aspetta, che potrà provare a riconquistare uno spazio di gioia e nuovi progetti. Il lavoro in una tavola calda e certi inattesi incontri sono linfa benefica, ma quel suo debole entusiasmo viene deluso in fretta: per ricominciare davvero, allora, cosa serve? E poi ci sono io è una storia viscerale, aspra e dolce come i diciassette anni di Charlie, un romanzo che parla di adolescenza con onestà, guardando dritto negli occhi di chi pensa di non farcela e crede di essere destinato a scivolare per sempre; è una storia fatta di cadute, improvvise speranze e ripartenze, che ci ricorda quello che siamo stati e quale coraggio serve per riprendere la strada.



Una ragazza su duecento tra i tredici e i diciannove anni compie atti di autolesionismo. L'autolesionismo consiste nell'atto deliberato di tagliarsi, bruciarsi, pungersi o danneggiarsi in altro modo la pelle nel tentativo di fare fronte a un disagio emotivo.
La protagonista di questo romanzo si chiama Charlie ed è una ragazza non ancora maggiorenne, ospite di un ospedale psichiatrico per atti di autolesionismo. Non è facile la lettura di un libro del genere, ancor meno facile è recensire un libro che tratta argomenti di tale portata, per cui mi limiterò a condividere con chi avrà la pazienza di leggere queste righe alcune riflessioni post lettura. Non è stata, dicevo, una lettura facile, la sensazione era quella di assistere a una lenta ma inesorabile caduta della protagonista verso qualcosa di sempre più brutto, verso un finale dal sapore negativo, e non ti resta che assistere, pagina dopo pagina. Ci sono stati dei momenti in cui volevo trascinare Charlie fuori dalle righe del libro per parlarle, urlarle contro o abbracciarla, a seconda dei casi. L'autrice, Kathleen Glasgow, è al suo esordio letterario e nelle interviste rilasciate nel 2016, quando è stato pubblicato nella sua lingua originaria con il titolo Girl in Pieces, chiarisce i tre obiettivi che l'hanno portata a scrivere questa storia: far capire quant'è difficile essere una ragazza in un mondo che non valorizza i tuoi stati d'animo o la tua intelligenza, ma solo il tuo corpo; parlare di una ragazza alla quale conoscere un ragazzo e innamorarsene non fa stare meglio, non l'aiuta a diventare felice come le migliori storie d'amore ci hanno insegnato; parlare di una ragazza la cui sola forza di volontà l'aiuterà a uscire da un inferno di cui è nello stesso tempo vittima e carnefice.  A lettura appena terminata io credo proprio che l'autrice sia riuscita a raggiungere a pieno tutti questi obiettivi. Nei ringraziamenti finali confessa di aver impiegato nove anni e quattordici stesure per portare a termine questo romanzo. Non è difficile, infatti, immaginare la difficoltà nell'affrontare, rivelare e poi distruggere i demoni con i quali deve essere stata costretta a combattere durante questo lavoro. Una grande tenacia e un grande impegno, quindi, per un esordio letterario che non ha lasciato indifferenti la critica e il pubblico e che è stato definito un "romanzo necessario"dal New york Times. Lo stile dell'autrice e il modo in cui esso si adatta agli stati d'animo della protagonista è incredibile: all'inizio del libro la scrittura è a brandelli, l'impressione che ti dà è quella di assistere a una serie di flashback, lampi di vita della protagonista. Quando le cose migliorano anche la scrittura cambia, diventando più continua, più fluida, meno faticosa, per poi riframmentarsi di nuovo. Una piccola deformazione professionale non può che farmi fare un breve accenno all'intenso lavoro di traduzione compiuto da Enrica Budetta, che dal 2009 traduce per i più importanti editori italiani, poiché dovremmo sempre tener presente che non stiamo leggendo l'opera in lingua originale e quindi non possiamo non notare ed evidenziare gli sforzi e i meriti di una traduttrice che si interpone in maniera perfetta tra noi e l'autrice.


Durata totale della lettura: Otto giorni
Bevanda consigliata: Centrifugato di ananas, mela e sedano
Formato consigliato: Ebook
Età di lettura consigliata: Dai 15 anni
Sito dell'autrice: Kathleen Glasgow






      "Questa faccenda che tutti pensano che vivere sia facile mi sta rompendo. Perché non è così. Proprio per niente. "


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