giovedì 14 giugno 2018

Recensione: L'isola del faro


L'isola del faro
di Abby Geni

Editore: Longanesi
Prezzo Cartaceo: € 18,60
Pagine: 312
Titolo originale: The lightkeepers





Attratta dal fascino della natura estrema delle isole Farallon, il remoto arcipelago al largo della costa californiana, Miranda decide di trascorrervi un anno intero per immortalare il paesaggio e gli animali che lo popolano. Miranda è infatti una fotografa naturalista che ama girare il mondo spinta anche da una costante inquietudine, originata da una ferita nel suo passato.
Quando sbarca su una delle isole, riceve un’accoglienza molto fredda da parte dei pochissimi abitanti, un gruppo di biologi impegnati nello studio della fauna locale. Circondati dalle forze che agiscono incontrastate su un luogo dimenticato dalla civiltà, i ricercatori sembrano quasi essersi adattati a quella vita, assorbendone la violenza e l’asprezza. Finché un giorno Miranda rimane vittima di una brutale aggressione da parte di uno dei ricercatori, che poco dopo verrà ritrovato morto. Apparentemente per un incidente.
Ancora sotto shock, Miranda si convince che l’isola, con la sua forza incontaminata, abbia fatto giustizia, che l’abbia vendicata. Cercherà quindi di pacificarsi con il suo passato e con quello che ha subito. Ma quando il sangue tornerà a scorrere sulle Farallon, nessuno potrà più dirsi al di sopra di ogni sospetto.
L’isola del faro sovverte la tradizionale struttura del romanzo giallo – un ambiente isolato, un gruppo chiuso di personaggi ostili, una morte solo apparentemente accidentale – affrontando temi più vasti, come il mondo della natura, il dolore della perdita e la successiva rinascita. Un esordio che con il suo passo sicuro e le atmosfere sottilmente inquietanti ha incantato la critica americana.




Non è un giallo. È un libro emozionante che ci accompagna alla scoperta di isole (quasi) incontaminate, immerse in paesaggi naturali, dove il tempo è scandito dalle stagioni degli animali: quella delle balene, dei leoni marini, degli uccelli. La protagonista, fotografa naturalista, decide di vivere un anno su queste isole al largo delle coste californiane, ufficialmente per un reportage. In realtà mano a mano che proseguiamo nella lettura, impariamo a conoscerla, a capire quali sono le vere motivazioni che l'hanno spinta a scegliere un luogo tanto selvaggio quanto affascinante e pericoloso. Ad accoglierla non molto calorosamente è un gruppo di biologi che risiede sull'isola da molto tempo, salvo una giovane tirocinante. Ogni personaggio cela dei segreti e la convivenza non è sempre facile ma il grande spirito di adattabilità e la dedizione alla scienza spinge ognuno a sfruttare ogni momento e ad apprezzare la bellezza e il fascino di una natura così insolita. Non c'è una suspence vera e propria, anche quando leggiamo dell'aggressione della protagonista e del successivo ritrovamento del cadavere dell'aggressore. La narrazione ci rende soprattutto partecipi delle reazioni e delle emozioni di coloro che vivono in questo luogo così lontano da tutto e da tutti.
Lo consiglio a chi ama la natura, a chi è curioso di scoprire se esistano ancora mondi dove poter vivere senza uno smartphone e una connessione a internet. Dove ogni giorno ci si sveglia con il suono delle onde che si infrangono sugli scogli e il canto delle balene.


Durata totale della lettura: 5 giorni
Bevanda consigliata dall'autrice: una tazza di ginseng
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 18 anni
Sito dell'autrice: Abby Geni







      "Il fascino della natura e di una vita diversa, lontano dalla frenesia del mondo di oggi."




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