venerdì 15 febbraio 2019

Recensione: Il sarto di Parigi


Il sarto di Parigi
di Marius Gabriel

Editore: Newton Compton
Prezzo Cartaceo: € 7,50
Pagine: 352
Titolo originale: The Designer

È il 1944 quando Copper Reilly, fresca di matrimonio, arriva per la prima volta a Parigi, poco dopo la liberazione. La città è in fermento e i festeggiamenti rendono l’aria frizzante e piena di promesse, ma lei è imprigionata in un matrimonio che la rende infelice. Quando suo marito la tradisce per l’ennesima volta, Copper decide che è troppo e chiede la separazione. Da sola, in una grande città come Parigi, trova conforto in una bizzarra amicizia: un uomo tormentato, uno stilista di mezza età che nasconde il suo talento nei retrobottega di una casa di moda in decadenza. La sua riluttanza ad apparire si scontra però con la bellezza audace dei suoi disegni. Il suo nome è Christian Dior. Affascinata dalla sua bravura, Copper lo esorta a mettersi in proprio, aiutandolo a sconfiggere le proprie insicurezze. Con l’aiuto di alcune fotografie e una macchina da scrivere, si avventura nel mondo selvaggio e colorato del giornalismo di moda, decisa a raccontare al mondo il genio di Dior. Grazie a questa nuova, ambiziosa missione, Copper riuscirà a capire chi è e cosa vuole davvero?










Copper è una gentile americana sposata con un bruto tedesco, risiedono a Parigi e mentre lei cerca di essere la moglie perfetta, il marito non la ripaga con altrettanto impegno, anzi la tratta come un pezzo del mobilio. Fino a che, alla morte di un loro amico giornalista, lei decide che ne ha avuto abbastanza e chiede il divorzio. Ha solo un nuovo amico a Parigi che la puo aiutare e ospitare, Christian Dior, conosciuto poco tempo prima quando aveva creato un abito per lei nella Maison Lelong. 
La vita di Copper quando Dior la ospita, cambia completamente, si ritrova circondata da un vortice di amicizie nuove, esuberanti, paiettate, divertenti e coraggiose. Le loro conversazioni sono qualcosa di nuovo per lei, la aiutano a risvegliarsi dal torpore mentale che le aveva causato il matrimonio con Amory. I pettegolezzi riguardo la fuga di Chanel e i suoi amanti, Balmain e la sua voglia di mettersi in proprio, Dior e la sua credenza nei tarocchi e nella fortuna la fanno risentire viva. Lei decide di intraprendere la carriera da giornalista, dato che aveva già un po' di esperienza e la magnificenza del nuovo Theatre de la Mode, la rinascita della bellezza dopo la guerra le dà la possibilità di risplendere. 
L'eroina principale non è magari il personaggio più profondo e elaborato in cui incapperete, ma basta spostare la concentrazione sulla vita parigina che la circonda, le amicizie omosessuali, le rivolte e i la miriade di stilisti alcolizzati o drogati. Ecco diciamo che ciò che circonda la storia della giovane Copper è sicuramente ciò che rende questo romanzo speciale, non conoscevo nulla della storia della Maison Dior, sicuramente non mi aspettavo campi di concentramento e uno stilista timido e spaventato. 
Il romanzo è sicuramente stato una sorpresa, interessante e a tratti divertente, più appunto per la vita parigina che per le esperienze della protagonista, che sopratutto quando trova l'amore, perde un po' credibilità. 
Dior non è realmente il fulcro della storia e l'ho trovata una scelta molto delicata in modo che il romanzo non diventasse un reportage della sua vita, lo scopriamo attraverso gli occhi di Copper e delle sue azioni per gli amici.  Molto divertente conoscere i gossip e avere una visione privilegiata della reale vita di questi stilisti che di solito sentiamo cosí distanti da noi.


Durata totale della lettura: Quattro giorni
Bevanda consigliata: Champagne
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 15 anni 





      "Gli abiti si frappongono tra la nostra nudità e il mondo. 
Possono essere una maschera, un costume, oppure una fantasia. 
O, ancora, possono esprimere il nostro vero io 
in modo più accurato delle parole".


   

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