mercoledì 13 marzo 2019

Recensione: Piove deserto

Piove deserto
di Ciro Auriemma e Renato Troffa

Editore: Dea Planeta
Prezzo Cartaceo: € 16,00
Pagine: 224


Davide, operaio in una fabbrica di fronte a Carloforte, è morto. È stato un incidente, una disgrazia. O forse è stato ucciso, perché aveva visto o saputo qualcosa che non doveva, magari proprio sullo stabilimento che da tempo rischia la chiusura. Anzi, è ancora vivo, si è nascosto a Cagliari con una donna… Molte voci e menzogne corrono, si inseguono attorno alla sua presunta morte bianca; presunta perché manca un corpo da piangere: Davide è letteralmente sparito. All’ombra di ciminiere che svettano come cattedrali di metallo e cemento, Leo Mari, ex poliziotto ed ex alcolista, una figlia sorda che vede troppo poco e che a malapena riesce a mantenere, torna sull’isola dove è nato e dalla quale è fuggito molti anni prima. Lo fa per affetto, perché Davide è stato il suo migliore amico, ma anche come investigatore per conto dell’assicurazione che dovrebbe saldare il prezzo della sua scomparsa. È un incarico come tanti, si dice, ma diventerà una corsa contro il tempo, alla ricerca di segreti che potrebbero non piacergli e che lo trasformeranno nel bersaglio di chi si sente minacciato dalla verità. Intense passioni civili e private si mescolano in questo potente noir: un’indagine coraggiosa sul dolore di una terra che sa essere paradiso e inferno insieme, e sulla ferocia di un tempo in cui perdere il lavoro può rappresentare una disgrazia peggiore che perdere la vita.












Una bella scrittura maschile, un libro scritto da due uomini e che ci racconta dalla mente di un uomo, uno di quelli che purtroppo non sa aprirsi e esprimere i propri sentimenti e farsi conoscere. Uno di quelli che hanno passato l'adolescenza e parte della vita a cercare di allontanarsi dalla somiglianza e dal legame col padre e si ritrovano dopo molti errori a seguirne involontariamente le orme e la nostalgia. 
Un uomo che cerca la verità sulla morte del suo amico d'infanzia Davide, l'unico motivo che lo riporta sulla sua amata e odiata isola, circondato da chi si ricorda di lui e della sua famiglia. Pensiamo sempre che scappare ci aiuterà e andare via dal paese natio ci farà diventare qualcuno di diverso ma invece, come dice l'autore, "Dovunque tu sia, c’è sempre un altro paesano che potrà raccontare tutto di te". Tutti gli errori che commettiamo mentre siamo via dal paese tornano comunque alle orecchie del paese, anche (è soprattutto) i più infimi, ma la bellezza dell'essere umano è che ha sempre speranza, di cambiare, di riprendersi e di riscattarsi. Questa riscoperta di essere ancora un uomo col cuore possiamo trovarla nel rapporto con Hemingway.
La parte di thriller psicologico del romanzo è strutturata in modo diverso dal solito, mentre generalmente abbiamo una serie di indizi che poi portano al culmine finale in cui si scopre il colpevole, in questo caso gli indizi sono confusi, misti e complessi da estrapolare, ci portano a un finale anch'esso poco definito, perché il protagonista per primo non sta capendo niente. 

Molto consigliato!


Durata totale della lettura: Quattro giorni
Bevanda consigliata: Te all'arancia
Formato consigliato: Cartaceo
Età di lettura consigliata: dai 15 anni 





      "Invece rimasi fermo e muto. Incapace, come sempre. 
Il destino, o la maledizione, della mia stirpe. Vergognarsi di avere un cuore".


   

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