giovedì 24 maggio 2018

Recensione: L'uomo che dorme


L'uomo che dorme
di Nicholas Eames



Editore:  Rizzoli
Prezzo cartaceo: 17,00 € 
Prezzo ebook: 9,99 €
Pagine: 280
Genere: narrativa, noir


Da un po’ di tempo, Antonio Costanza ha preso la vita contromano: non per scelta e nemmeno per ostinazione. A quarant’anni, è vittima di un’indolenza che niente riesce a scalfire, neppure i brutali omicidi di due prostitute. Non sarebbe troppo grave se Antonio fosse solo Antonio. Invece è anche il dottor Costanza, psichiatra e consulente del Tribunale per i crimini violenti. Uno che se la vede con disadattati cronici, finti pazzi e bastardi veri. Così, quando l’ombra di un serial killer si allunga su Salerno, città sospesa tra vecchi sapori di provincia e vanità da metropoli sul mare, Antonio fa l’impossibile per non essere coinvolto. Vagamente sociopatico e teneramente narcisista, se ne resta ripiegato in un guscio di piccole fobie, appresso alle scelte dell’ex compagna e a un rapporto complicato con il figlio. La sveglia però sta suonando, tanto più che di mezzo ci si mette una giornalista dal sorriso favoloso. Il sonno della svogliatezza è finito e al dottor Costanza toccherà sondare la mente omicida di uomini che odiano le donne, trascinato in un caso in cui la Legge sembra incapace di fare giustizia. Corrado De Rosa attinge alla sua esperienza di psichiatra, perito in vicende giudiziarie eccellenti, per costruire una commedia nera dal tono amaro e scanzonato. La dedica a una generazione a tratti infantile, maldestra in amore, che è cresciuta con i Lego rimanendo incastrata tra i mattoncini colorati delle possibilità e le macerie del disincanto.




Confesso: ci ho messo un'eternità a leggere questo libro. Cioè, non che 12 giorni siano davvero tanti se si lavora a tempo strapieno e alla sera, rientrati a casa, c'è solo la forza di svenire sul letto implorando Morfeo di non accogliermi tra le sue braccia finché non mi sono tolta almeno le scarpe. Ma per i miei soliti standard sì, dodici giorni sono l'equivalente di un'era geologica.
Confesso: non è stata solo colpa del poco tempo a disposizione. Ho avuto difficoltà ad entrare in sintonia con questo romanzo. Non che sia brutto (anzi!) o che l'autore non sia bravo. Lo stile narrativo ricorda un po' Montalbàn, e forse ha anche qualcosa di Pennac: due scrittori dall'indubbio talento, ma con cui personalmente non è mai amore a primo capitolo (ci metto un po' a prendere il ritmo con loro). E, così come mi capita ogni volta che leggo qualcosa di questi due autori, anche con questo romanzo ci ho messo un po' ad ingranare con la lettura, riuscendo a carburare davvero solo dopo aver superato un terzo del romanzo.
C'è da dire che questo giallo (o forse noir, o forse ancora qualcos'altro) si discosta dagli altri romanzi del genere, sia per toni che per complessità. Sono tre gli elementi di cui dobbiamo tenere conto quando lo andiamo a leggere: il romanzo poliziesco, l'impronta fortemente psicologica e l'analisi sociologica.
Il primo è costituito dal "caso": due donne sono state brutalmente uccise, e serpeggia nell'aria la sensazione che qui non si sia davanti ad uno di quei soliti delitti estivi, ma che si tratti di omicidi seriali. Un po' fa tenerezza l'ispettore Cantillo, incaricato di seguire le indagini di un caso che sembra fatto apposta per finire sui giornali e fargli perdere il sonno per la sua complessità.
Il secondo elemento è, per certi versi, indissolubilmente legato al primo - e al contempo ne è indipendente: Antonio Costanza, il protagonista di questo romanzo, altro non è che uno psichiatra ed è chiamato a effettuare delle perizie proprio in merito a questo caso. La psicologia, quindi, non si concretizza in una fine caratterizzazione dei personaggi, quanto piuttosto nella descrizione di stati di disagio psicologico - ansia, depressione, narcisismo & company - che caratterizzano sia i personaggi di questo romanzo che, in fondo, un po' tutti noi. E pure l'autore è uno psichiatra di professione, e viene da chiedersi quante ne avrà viste, in tanti anni di professione.
Terza, l'analisi sociologica: in realtà qui dovrei parlare di atmosfera, o forse "mood", che permea il romanzo. Eppure, leggendo questo romanzo continuava ad emergere nella mia mente, tipo reperto archeologico, il ricordo dei tempi dell'università della "società liquida" di Zygmunt Bauman ed il concetto che l'incertezza è l'unica certezza.
Quindi, ecco: avrete capito che questo romanzo non è certo scontato, che si presta a diversi piani di lettura e che non è una di quelle letture a cui ci si può approcciare dopo aver mandato in vacanza tutti i neuroni. Non se lo si vuole apprezzare davvero, almeno.






Durata totale della lettura: Dodici giorni
Bevanda consigliata:  Infuso ortica e betulla
Formato consigliato: Ebook
Età di lettura consigliata: dai 16 anni
Sito dell'autore: Corrado De Rosa













"Una diagnosi non si nega a nessuno."



                                            

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