venerdì 11 gennaio 2019

Recensione: Da Molto Lontano



Da Molto Lontano
di Roberto Costantini

Editore: Marsilio
Prezzo Cartaceo: € 19,90
Pagine: 608


1990. Nell’imminente estate delle notti magiche del Campionato del mondo giocato in Italia, il figlio di un potente imprenditore romano scompare nel nulla. A indagare viene chiamato uno svogliato commissario Balistreri, per niente contento di dover mettere il guinzaglio al figlio finto ribelle di un palazzinaro. Ma il ritrovamento del cadavere del giovane, orrendamente mutilato, assieme a quello di una ragazza sottomessa a un boss della Camorra, cambia le cose. Balistreri si ritroverà coinvolto in una sparatoria i cui risvolti drammatici gli impediranno di risolvere il caso.

Oggi. Dopo quasi quarant’anni di onorata carriera nella polizia, Michele Balistreri è andato in pensione. Il suo corpo e la sua mente portano addosso le cicatrici di una vita densa e dolorosa. E anche la sua memoria inizia a perdere colpi. Ma neanche adesso c’è pace per lui, perché quando due manichini che riproducono la scena del crimine irrisolto quasi trent’anni prima vengono ritrovati sepolti nel complesso residenziale in cui vive il padre del ragazzo ucciso, l’ex commissario dovrà aiutare il suo storico vice Graziano Corvu – che ha preso il suo posto – a condurre quella che forse sarà la sua ultima indagine.



“Da molto lontano” è l’ultimo capitolo delle avventure del commissario Balistreri. Il libro è diviso in due parti. La prima, ambientata durante i mondiali di calcio Italia ’90, descrive le indagine condotte da Balistreri e Capuzzo dopo la scomparsa di Umberto Petruzzi, figlio del imprenditore miliardario Prospero. In questa prima parte giocano un ruolo chiave diversi personaggi tra cui il pm Mirko Locatelli, la sua assistente Silvana Bedon e il mafioso Antonio Merola.
La seconda parte del romanzo, vede invece un commissario Balistreri invecchiato di 30 anni e affetto da i primi segni di una lenta ma inesorobile demenza senile che ritorna alle prese con i fantasmi di quello stesso caso rimasto per lo più irrisolto.

In questo romanzo Costantini riesce a dare uno spaccato reale della situazione politica, sociale e culturale dell’ultimo decennio italiano del ventesimo secolo. Tra minacce, menzogne, mafiosi e politici corrotti, sono i poliziotti stessi ad assumere tratti che nell’immaginario comune sono tipici della malavita, ma che il lettore è portato a giustificare in quanto mezzi estremi per raggiungere il fine ultimo: la giustizia. Ed è proprio per questo motivo che la storia romanzo non presenta vittime: tutti i personaggi sono in qualche modo complici o colpevoli di colpe – più o meno gravi – e quindi punibili agli occhi di una giuria popolare.

La scrittura è molto scorrevole e in questo l’autore è molto bravo a tenere alta la suspense creando colpi di scena inaspettati e sgomento per il lettore di fronte ai comportamenti al limite della decenza umana di molti personaggi. Consiglio vivamente la lettura di questo romanzo.




Durata totale della lettura: 1 settimana
Bevanda consigliata dall'autore: Caffe' nero
Formato consigliato: Digitale
Età di lettura consigliata: dai 16 anni






«In certi casi o ti uccidi o riesci a guardare te stesso da molto lontano, dimostrando ogni giorno di essere meglio di ciò che eri.» «Dimostrando a chi?» Mi guardò, sorpreso. «A te stesso, ovviamente.»



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